The xx – Coexist

Tre anni sono passati dall’omonimo debutto degli xx, che si era distinto per una ricetta che fondeva shoegaze, melodia e intimismo all’insegna di un sound quasi del tutto acustico, in grado di lanciarli come una delle realtà più promettenti della scena alt-pop inglese. Da allora, il quartetto si è ridotto a trio a causa della defezione di Baria Qureschi, e la leadership è stata così definitivamente spartita tra Romy Croft e Oliver Sim, con l’aggiunto Jamie Smith impegnato principalmente nell’attività parallela di disc jockey e remixer.

Il trio si presenta dunque all’appuntamento con il secondo album – quello, per antonomasia, della conferma – con il fiato dell’hype sul collo e l’eredità piuttosto pesante del suo predecessore: elementi entrambi capaci di rovinare in più occasioni il talento e la carriera di promesse pronte a sbocciare. Per evitare di correre tale rischio, Coexist sembra nascere dalla volontà di stupire di nuovo, di evolversi senza ripetere quanto già fatto in precedenza: obiettivo senz’alcun dubbio raggiunto.

Il sentiero che i tre hanno deciso di intraprendere abbandona infatti le memorie Nineties per abbracciare un pop languido e minimale, dove il già fragile impianto melodico diviene ancor più gracile e intangibile, con il ritmo che si dilata o scompare del tutto per lasciare spazio a lievi pulsioni elettroniche di matrice “dub”, ispirate in buona parte dalle manipolazioni di Smith, sorprendentemente decisivo e protagonista di questa nuova pelle. Angels inizia così il suo cammino fra tastiere placide e soste silenziose, dove gli strumenti si fermano per lasciare che sia la voce, nella sua interezza, a penetrare in profondità. Una rassegnata rarefazione caratterizza il soundscape dell’album, dove un gelido muro nebbioso si issa con fervore nello slow-motion di Try e nella la ballata elettronica di Sunset – non distante dagli ultimi Hundred in the Hands – per farsi invece da parte nell’onirico duetto vocale di Chained e negli ipnotici beat di Fiction. Missing sovrappone candide trame e tinte dark, mentre Swept away è il suo perfetto contraltare, lucente e sereno. A Our song spetta invece il ruolo di chiudere il cerchio, riportando alle atmosfere lievi e sospese dell’opener.

Coexist è disco che conferma il talento e la magnetica forza attrattiva degli xx, capaci di rinnovarsi all’insegna di una poetica livida e invernale, e di una tensione emotiva in grado di penetrare di ascolto in ascolto sempre più in profondità. La promessa, questa volta, è mantenuta con successo.

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