Bernardo Bertolucci – Io e te

Io e te è una storia di solitudine: è la storia della solitudine dei diversi. È anche la storia del diverso incompreso che finisce per sentirsi costretto a fingere, pur di rimanere fedele, almeno un po’, a se stesso. Quel che più conta, però, è che Io e te è una storia in cui gli abbracci salvano – e non poteva essere altrimenti per un “regista del corpo” come Bernardo Bertolucci, tornato al cinema a quasi un decennio da The dreamers. L’autore parmense non ha mai portato sul grande schermo l’azione delle parole: le parole lasciano le persone sempre distanti. Semmai protagonista dei suoi film è sempre stato il corpo: con il corpo, prima che con le parole – facili da fraintendere, queste – hanno comunicato, si sono incontrati o persi i protagonisti dei suoi film.

Io e te, presentato fuori concorso a Cannes, è tratto dall’omonimo romanzo breve di Niccolò Ammaniti (Einaudi, 2010), coautore pure della sceneggiatura. Anche questo è un film “del corpo” e precisamente un film del corpo-che-salva. Perché è attraverso un abbraccio, sempre più stretto, sempre più forte, che Lorenzo, 14 anni, e Olivia, più grande – separati dai muri e dai punti di vista – si ritrovano e poi riscoprono, con paura, con gioia anche, l’amore antico tra fratello e sorella. A questo proposito, è emblematico il fatto che Ammaniti abbia concluso il suo romanzo con la morte della ragazza per overdose, mentre Bertolucci abbia scelto, per chiudere, proprio la scena d’un abbraccio: un abbraccio forte tra fratello e sorella e a seguire un’inquatratura sul sorriso grande di Lorenzo mentre torna alla vita. Un sorriso che sembra dire: «sono pronto, adesso».

Per il ruolo di Lorenzo e Olivia, dopo una serie sterminata di provini, Bertolucci ha scelto o meglio, stando alle sue dichiarazioni, “si è lasciato scegliere”, da due esordienti: il giovanissimo Jacopo Olmo Antinori e la ventiseienne Tea Falco, perfetti nell’interpretazione dei due protagonisti.

Il tema musicale più importante del film è la versione italiana della celebre Space oddity di David Bowie, Ragazzo solo, ragazza sola. Il testo della versione italiana, scritto da Mogol, fa della canzone di Bowie una scelta davvero efficace per il film. La colonna sonora, oltre che da musiche originali (Franco Piersanti, 2012) è poi costituita da canzoni “giovani” – Cure, Muse, Red Hot Chili Peppers e Arcade Fire – veramente “giuste” per la rappresentazione del mondo di Lorenzo.

«Ora ragazzo solo dove andrai / la notte è un grande mare / se ti serve la mia mano per nuotare…» canta Bowie, mentre Io e te racconta di queste mani che si trovano e del mondo che fa meno paura. E dopo gli ultimi anni difficili, forse anche per Bertolucci, ritrovato l’amore di sempre, il cinema, il mondo ha ricominciato a fare un po’ meno paura.

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie