Resistere non serve a niente, dice Walter Siti. Sì, ma resistere a cosa? Alla fluidità della postmodernità, a quel progressivo venir meno di confini che mescola in un unico e magmatico viluppo, ad esempio, finanza e criminalità, amore e possesso.
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La trama
Tommaso è un trader di successo. Lo spinge un desiderio di rivalsa: bambino ciccione, si salva da una vita da borgataro grazie alla passione per i numeri e all’appoggio della criminalità organizzata (che ha “sacrificato” il padre, finito in galera dopo un delitto su commissione).
Walter Siti – o meglio, il suo alter-ego letterario – ne raccoglie le confessioni, e apre uno squarcio sul mondo dell’alta finanza, mescolando al solito fiction, saggio, reportage, autobiografia e quant’altro. Con tanta intelligenza, troppa, al punto tale da risultare persino asfissiante, a tratti stucchevole.
A Siti non interessa delimitare i confini del suo mondo, piuttosto farlo parlare, esploderlo, destrutturarlo sino a tradurlo in concetti ben formati da somministrare come pillole al lettore. Il quale, però, fatica a trovare un senso ultimo, all’infuori, ovviamente, dell’ossessione per il sesso e di un certo gusto narcisista, di un autocompiacimento anche per la propria immoralità che sembra però un po’ vigliacco.
La recensione di Resistere non serve a niente, di Walter Siti
Walter Siti si trincera dietro un “la mia fascinazione per il male è oscura anche a me stesso” (dalla nota al testo): guarda compiaciuto l’ascesa di Tommaso, il suo far parte di un élite ristretta che muove i governi e i destini umani come burattini, ma non ha il coraggio di renderlo una figura realmente disgustosa.
Lo trasforma in una marionetta a sua volta, in una patetica traduzione della figura paterna ai giorni nostri, schiavo di una malavita che ai kalashnikov e al delitto ormai preferisce la speculazione. Lo assolve dall’inferno e gli garantisce persino un lieto fine, un ritorno con quella Gabriella che ama possedere.
Non mancano, nel libro, dati e riflessioni, soprattutto nella seconda parte, quando compare il guru e mentore di Tommaso, Morgan, altra figura funestata dai fantasmi di insoddisfazioni paterne. Con i compagni di studi e di origine pianifica la rivalsa: “Ci vendicheremo a botte di new economy”, dicono, ma alla fine, senza rendersene conto e malgrado tutte le possibili teorizzazioni (il capitalismo finanziario come vero riformismo o addirittura Assoluto), finiscono sistematicamente asserviti a questo gigantesco flusso di capitali invisibili, uno spettro in perenne tumulto che sembra avere vita propria ed è da sciocchi illudersi di poter addomesticare.
Dentro Resistere non serve a niente di storie ce ne sono molte, e molti spunti: la frammentarietà dell’insieme, però, toglie forza al romanzo, un’opera in fondo miope malgrado tutti gli slanci. Proprio come quel potere finanziario che, illudendosi di controllare il mondo, è in realtà vittima del proprio stesso squallore.
Walter Siti
Casa editrice
Rizzoli
Anno
2014
Genere
Narrativa
Formato
Tascabile
Pagine
324
ISBN
9788817072335