Future Bible Heroes – Partygoing

Come fai a non volergli bene a Stephin Merritt? Anche se è estate, lui ti parla di suicidio, di Satana, dell’amore che non c’è, di case geodetiche e di genitori che lobotomizzano i figli, e nonostante questo non stanca mai. Anche quando, come in Partygoing, l’eloquenza non è proprio freschissima e un po’ di deja vù fa capolino. Ma tant’è: dove lo trovate uno capace di intitolare un brano synth-pop Digging my own grave (letteralmente: “scavando la mia tomba”) e di dispensare consigli come «drink nothing but champagne / and you’ll never say no to love» con un vocione che sembra provenire direttamente dall’oltretomba, senza fare la figura del pagliaccio?

Partygoing, come suggerisce il titolo, è una festa, la celebrazione esorcistica di un microcosmo condannato alla sofferenza, al dolore, alla solitudine, che placa le sue pene solo con la musica, il gusto teatrale e l’ironia, ad indorare la pillola di un’inconsolabile tetraggine di fondo. Per questo A drink is just the thing scende in gola facile, malgrado il tono sinuoso e noir. I richiami al consueto immaginario romantico sono tutti in quel titolo, Sadder than the Moon, carica sin dalle vocals di ferite che «non guariranno mai» e al cospetto delle quali pretendere di essere vivi è pura surrealtà. Ecco, la lista degli invitati è al completo: ci sono David Bowie, Andy Warhol, Gesù, Winston Churchill, Adolf Hitler e Aleister Crowley (Drink nothing but champagne), in una giostra carica di echi anni ’80 propulsa da una disperazione un po’ ebbra, che trova negli intarsi di drum machine e tastierine il suo centro di gravità permanente.

Quelli di Partygoing sono motivetti pop le cui cadenze robotiche, all’apparenza persino spensierate (A new kind of town), simboleggiano una joie de vivre forzata, tenuta in scena artificialmente, con tanto di improbabili effetti laser (Living, loving, partygoing). In How very strange la maschera si scioglie e l’angoscia si manifesta con tutto il suo carico di orrore digitale (la voce “disumana” di Merritt). Forse, però, l’essenza vera dell’operazione Future Bible Heroes è in un brano come Diggin my own grave, che intreccia il cinismo di Morrissey con l’amore per il dancefloor di Soft Cell e Pet Shop Boys.

Con quest’album, si chiude probabilmente un ciclo: assieme ai predecessori, Memories of love (1997) ed Eternal youth (2002), Partygoing è stato inserito in un cofanetto riepilogativo, per cui sembra probabile che la creatura vada in letargo per un po’. Che prosegua da solo, con i Magnetic Fields, i Gothic Archies o i 6ths, Merritt di certo continuerà a incantare. E a raccontare di suicidio, Satana, case geodetiche e dell’amore che ferisce, anche a morte, ma di cui non si può fare a meno.

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