Antonia ha sessant’anni e vive a Ottawa, in Canada. È un’affermata scrittrice, ma ha un passato da alcolista e un presente di attacchi di panico e insonnia. Nel suo nome latino di profuga cilena, ereditato da un padre traditore e disperato, è scritta la storia della sua gente, della sua strana famiglia e della sua vita nomade. Durante un percorso di dolorose confessioni intrapreso con uno psicoterapeuta che dovrebbe aiutarla a superare i suoi problemi comportamentali, Antonia scava tra le vicende della sua esistenza sperando di trovare la radice della nevrosi che la assilla.
Grazie anche al piglio della narratrice che è diventata, la protagonista adempie al suo dovere di paziente e sbobina in forma di racconti la traccia occultata delle sue ricordanze. Tra flash back letterari e riemersioni ipnotiche, Antonia delinea la propria vicenda esistenziale partendo dalla descrizione del nucleo d’appartenenza: una famiglia allargata di matriarche che condividono tutto, persino lo stesso uomo. Dall’infanzia trascorsa nella mitica cittadina cilena di Coquimbo, si passa agli anni del transito verso la maturità che, per Antonia, coincidono con quelli del golpe di Pinochet e del risveglio dal sogno socialista di Salvador Allende. L’episodio chiave dell’11 settembre 1973 traghetta la protagonista verso la stagione adulta delle disillusioni e del distacco. Alla disintegrazione del progetto politico che aveva ravvivato le coscienze dei cileni e animato la verve artistica del marito Ricardo, si aggiunge presto l’esigenza della migrazione, della fuga per la dignità verso la gelida sicurezza economica del promettente Canada.
Nonostante il trauma, a Ottawa Antonia riesce a ricavare per sé uno spazio come docente di spagnolo e come scrittrice. Nelle fredde terre del nord la donna cresce la sua bambina e trova, inaspettato, l’affetto per l’uomo che diventerà il compagno della sua vita matura. Un presente di conquiste e di obiettivi raggiunti, ma sofferto per la cronica incapacità di sognare che Antonia porta con sé. Solo tramite l’arte della scrittura e l’aiuto dell’autoanalisi la protagonista saprà rinsaldare le fasi della sua esistenza e, cercando a piene mani nella propria memoria, recuperare il conforto della fantasticheria.
Antonia, opera prima di Mirella Ioly, è già un romanzo maturo, ricco ma coerente nella trama, intimista ma socialmente impegnato, godibile alla lettura ma non scontato.