Su proposta di Marco Müller, direttore artistico del Festival del cinema di Roma, verrà consegnato ai famigliari di Aleksej Jurevič German, grande cineasta russo, il Premio alla carriera 2013.
È la prima volta che questo riconoscimento viene consegnato postumo. A ritirare il premio saranno la vedova, Svetlana Karmalita, sceneggiatrice degli ultimi due film di German, e il figlio, Aleksej A. German. Dopo la premiazione, verrà proiettato in anteprima mondiale È difficile essere un dio, opera di fantascienza filosofica, tratta dal romanzo dei fratelli Boris e Arkadi Strugatski (pubblicato in Italia da Marcos y Marcos).
«Figura scomoda per ogni regime, German ha iniziato presto le sue schermaglie con i censori e il sistema burocratico del cinema sovietico, continuate per tutto il periodo brezhneviano. Non solo perché i suoi film trasgredivano le regole e ignoravano volutamente le abitudini del realismo socialista post-disgelo, ma soprattutto perché il suo cinema, costruito sulla scrittura registica, se si fosse affermato, avrebbe ribaltato strutture e tematiche teoriche, etiche, stilistiche. Andava dunque fermata la sua spinta dirompente»: così ha motivato Marco Müller l’assegnazione del premio.