Un tipo sicuramente estroso Boris Vian, che fin da piccolo fa capire le sue grandi potenzialità di artista, quando compone le prime canzoni ed inizia a suonare la tromba, mettendo su un complessino con fratelli ed amici. Poi arrivano Parigi, gli anni ’50, le traduzioni dei grandi autori, il teatro, il jazz, la laurea, i matrimoni e le prime pubblicazioni.
I racconti contenuti ne Le Formiche rappresentano al meglio la vita e lo stile di Boris Vian. Situazioni e personaggi che accarezzano di striscio il confine tra realtà e finzione, tra la tenerezza e la follia. Personaggi e storie che sono, come le ha definite l’autore stesso, «totalmente reali, perché me le sono inventate da capo a piedi». In questa serie di racconti c’è dentro tutto: l’amore, la guerra, la musica. Sprazzi di quotidianità che possono sconvolgere, lasciandoti incerto e inerme nel territorio del possibile, del tremendo e del meraviglioso. I protagonisti sono ritratti attorno a cui costruire cornici di parole. Ci sono idraulici malvagi, fornai che condiscono il loro pane col sudore della fronte, liti per biglietti falsi del treno, gente che ha girato il mondo intero per lasciare spazio solo ad amore, distruzione e follia.
Che siano stanze di albergo in cui consumare amplessi, guerre da cui sopravvivere, notti sull’orlo della morte, gli ambienti che Vian descrive non possono dare certezze. L’autore ama i punti interrogativi, scuote il vero per lasciare spazio al surreale, e ciò che c’è di più serio diventa di colpo struggente, un gioco a cui si deve prendere parte. Così è tutta la produzione letteraria di Vian, che non trova mai la giusta soluzione per far breccia nel pubblico e nella critica, se non per azzardi rappresentati da pulp crudelissimi e a sfondo erotico. Oggi, anche grazie al lavoro della Marcos y Marcos, alcuni dei suoi gioielli mai compresi (come La schiuma dei giorni e Le Formiche), risplendono di luce nuova, ed aprono le porte a cornici e ritratti in cui, al posto dei colori, ci sono le parole.
9788871686653