Utopie massimaliste: di questo è stato pregno il “secolo breve”, che lo storico Eric Hobsbawm fece coincidere con la fine della Prima guerra mondiale fino al crollo del muro di Berlino. Come sono state (o non state) mantenute le promesse di un mondo migliore? Luigi Zoja tenta una risposta in Utopie minimaliste, edito da Chiarelettere.
Zoja si è laureato alla Bocconi, poi si è trasferito a Zurigo, dove ha studiato allo Jung institut. Attento alle dinamiche economiche, legate allo sviluppo, Zoja indaga il nostro tempo da un punto di vista psicologico: dalla disuguaglianza sociale, alla difesa della Costituzione e dei suoi principi, ad argomenti globali, quali il rispetto della natura e degli animali: « Le utopie minimaliste sono obiettivi di buon senso per cui vale la pena lottare. Sono le domande dei cittadini che però restano inevase dalla politica. Sono il movente più nascosto dell’impulso all’antipolitica. Sono l’ultima forma di resistenza al degrado non solo sociale e morale ma, soprattutto, delle nostre menti».