Nella musica rock, gli effetti di eco o delay sono all’ordine del giorno. I Pink Floyd, Brian May dei Queen, i My Bloody Valentine, The Edge degli U2 – giusto per citare qualche nome – ne hanno fatto una scienza esatta, ciascuno ovviamente secondo il proprio stile.
Lì ovviamente è una questione di tecnologia: si tratta di registrare il suono in ingresso e riprodurlo con un certo ritardo temporale, selezionato a proprio piacimento. In natura, le cose sono un po’ più complesse e soprattutto imprevedibili. Di recente, un contributo allo studio del fenomeno l’ha dato il professor Trevor Cox, che ha registrato l’eco più lunga prodotta dall’uomo in natura.
Due settimane fa, Cox, professore di ingegneria acustica all’università di Salford, Inghilterra, si è calato all’interno in una cisterna di petrolio vicino Invergordon, in Scozia, rinvenuta mentre faceva ricerche per il suo nuovo libro, Sonic wonderland. Dopo essersi calato all’interno del serbatoio (enorme: può contenere fino a 25 milioni di libri di carburante), Cox ha sparato un colpo di pistola: l’eco è durata ben 112 secondi, ed ha battuto il record precedente che era di soli 15 secondi (una porta sbattuta all’Hamilton Mausoleum, sempre in Scozia, nel 1970).
Ovviamente l’esperimento è stato registrato e potete ascoltarlo qui (alzate il volume per sentire fino in fondo):