Chi è Philip Marlowe? Ma il famoso e rude investigatore privato, uscito direttamente dalla penna di Raymond Chandler, comparso per la prima volta nel 1939 in Il grande sonno.
Adesso ci prova John Banville a riportarlo in vita, in La bionda dagli occhi neri (Guanda), in arrivo dal 6 marzo in libreria. Tutto comincia a Los Angeles, in un pomeriggio d’estate: Marlowe si sta annoiando nel suo ufficio, finché non compare alla porta una bellezza mozzafiato, una biondona in stile Marilyn Monroe. Bella e pure ricca, dal momento che è l’erede di una nota azienda di profumi. La donna, tale Clare, è alla ricerca del suo amante, tale Nico, un agente di spettacolo, dalla reputazione non proprio immacolata. L’uomo non è di certo un bel partito, ma Clare lo rivuole con sé: Marlowe si metterà sulle sue tracce, ma la sua ricerca sarà tutt’altro che facile.
Di questo libro Stephen King ha detto «Raymond Chandler, da qualche parte, sta sorridendo per questa bellissima interpretazione. Ho amato questo libro», mentre Richard Ford si è spinto addirittura più in là, affermando «difficile pensare che si possa aggiungere qualcosa a Chandler e ottenere un risultato migliore. Eppure Banville ci è riuscito, senza ombra di dubbio».
John Banville o Benjamin Black, come preferite: è con quest’ultimo pseudonimo che lo scrittore ha firmato alcuni dei suoi più famosi romanzi (il primo dei quali è Dove è sempre notte). Con La spiegazione dei fatti è stato candidato al Booker Prize, vincendolo anni dopo con Il mare. E ancora, l’avete già letta la recensione del nostro Donato Bevilacqua di Una educazione amorosa, pubblicato in Italia l’anno scorso? Eccovi il link.