Gottfried August Bürger – Le meravigliose avventure del barone di Münchhausen

Il barone di Münchhausen è uno che dice sempre la verità. O, almeno, questo è quello che continua a ripetere. Peccato che le sue avventure siano così surreali che è impossibile credere a quello che racconta. Voi credereste a uno che vi dice che il suo cavallo è stato tagliato a metà e che lui se n’è accorto perché la povera bestiola, bevendo (e già, perché dopo essere stata tranciata è ancora viva e assetata), ha iniziato a perdere acqua dalla parte posteriore? Naturalmente, il destriero è stato subito ricucito, pronto a portare il suo cavaliere verso nuove avventure. Ma il barone è stato pure sulla luna, a recuperare la sua accetta che sulla sua superficie s’era conficcata.

Ma tanto fittizie sono le sue storie, tanto Münchhausen è veramente esistito: si trattò di un militare tedesco, autore di vere e proprie spacconate che l’erudito Rudolf E. Raspe raccolse in un libro, The surprising adventures of Baron Münchhausen, pubblicato a Londra nel 1785. Il testo venne poi tradotto in tedesco, rimaneggiato e ampliato da Gottfried August Bürger. Insomma, la reale biografia di Münchhausen e altre due fonti successive per raccontare le imprese di questo soldato, che ruotano principalmente intorno a battaglie o a battute di caccia. In particolare, il barone si trasferì in Russia agli inizi del Settecento, partecipando a due campagne contro i turchi (non è un caso che nell’ex URSS le sue strampalate gesta siano molto conosciute).

(Münchhausen disegnato da Doré)

Negli anni Münchhausen è stato fonte d’ispirazione per numerose opere, dalla famosa illustrazione di Gustav Doré, alle trasposizioni cinematografiche: in particolare, ricordiamo quella di Terry Gilliam del 1988 (uno che con questo materiale un po’ onirico ci va a nozze), con John Neville, Uma Thurman, Eric Idle, Oliver Reed, Jonathan Pryce e Robin Williams. La personalità di Münchhausen è così spiccata che si è addirittura arrivati ad utilizzare il suo nome in relazione a un disturbo medico, chiamato “sindrome di Münchhausen”, tipica di soggetti che, per attirare l’attenzione altrui, fingono disturbi o traumi.

Nonostante le sue chiare bugie, a noi il barone piace, perché viaggiare un po’ con la fantasia non fa mai male. Poco importa se a giurare sull’autenticità delle sue avventure sono Gulliver, Sinbad e Aladino: come diceva Dürrenmatt, «la verità resiste in quanto tale soltanto se non la si tormenta», per cui spazio a Münchhausen e alle sue storie, perché qualche fondo di verità, in mezzo a tante fesserie, ci dovrà pur essere. Comunque, qualcuno, nel ’69, sulla luna poi ci è arrivato davvero.

ISBN
9788811366454
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