Devo ammettere, per essere subito il più sincero possibile con chi legge , di non essere un esperto di fantascienza. Devo anche ammettere, però, che quando Carmelo Barbaro mi ha parlato del suo nuovo libro, non ho avuto dubbi sul volerlo leggere e recensire. È bello seguire il percorso di uno scrittore, vedere come cambiano i suoi libri e, perché no, come cambia ciò che di se stesso c’è dentro. Con Cieli d’avorio il percorso di Barbaro si conferma e si fa più maturo, rende nitido qualche confine e si proietta al tempo stesso verso spiragli nuovi.
Tutto questo si rende esplicito con la scelta iniziale dell’autore, che dopo essersi cimentato col racconto, nel suo primo libro Piccoli mondi. Q&U, questa volta sceglie di scrivere un vero e proprio romanzo. Un omaggio esplicito alla fantascienza appunto, genere che ha sicuramente avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione. Della fantascienza troviamo quindi le caratteristiche e le strutture narrative classiche, le ambientazioni, l’affascinante scoperta e ricerca dell’ignoto e di nuovi mondi possibili. Barbaro, però, ha il coraggio anche di spingersi oltre e di creare una sorta di collegamento ben definito tra la fantascienza e la musica. Ogni capitolo prende il nome da una canzone tra le più famose nel panorama mondiale del rock, titolo e canzone che si collegano intensamente con quanto poi accadrà nel capitolo stesso. Così Barbaro trova un modo per alleggerire la lettura, la trama narrativa. Rende il percorso all’interno del libro come una sorta di gioco a cui il lettore prende parte, da un lato disimpegnandosi leggermente e dall’altro restando incollato al filo conduttore.
(Carmelo Barbero)
In questo labirinto tra musica e fantascienza, prende piede pagina dopo pagina il rapporto tra i vari personaggi, che si modella, si forma e si deforma anche a causa delle contingenze esterne. Cieli d’Avorio butta gli avvenimenti nell’ignoto, avvolge il tutto in un senso di precarietà che prende due direzioni ben precise: l’ignoto e l’ambiente ostile in sé, e il corso degli eventi che rende il tutto ancor più incerto e insicuro. Ma è proprio questa incertezza che mette a nudo l’animo e le personalità dei protagonisti: fiducia, odio, rabbia, insicurezza, cambi improvvisi di direzione. Ciò che l’autore aveva analizzato già in maniera approfondita in Piccoli mondi. Q&U. Il lato umano del cambiamento, in Barbaro, è centro narrativo, anche quando è in relazione al nuovo, al diverso, alla conquista dello spazio (vitale e non). Non è un caso che se ne torni a parlare proprio ora che si assiste ad un nuovo slancio dei programmi spaziali. E non è un caso che anche con libri come questo si torni a puntare l’attenzione sul rapporto tra scienza e morale, tra fantastico e umano, tra l’ignoto e il cambiamento naturale di ogni cosa.
9788868820459