Il Lettore comincia a leggere Se una notte d’inverno un viaggiatore, il nuovo romanzo di Italo Calvino. Supera le prime pagine, ma improvvisamente si blocca: ma certo! Da pagina 32 è tornato alla 17. Ma non è colpa sua o dell’autore, bensì della tipografia: infatti, hanno rilegato insieme tante copie dello stesso sedicesimo, per cui «non c’è più una pagina buona in tutto il libro». Il Lettore vorrebbe distruggerlo quel volume, quando capisce che l’unica soluzione è quella di restituirlo, chiedendo un’altra copia.
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Ma quando arriva in libreria, il Lettore scopre che in tanti hanno avuto lo stesso suo problema, tra cui Ludmilla (la Lettrice), con la quale nasce fin da subito un rapporto speciale. Il Lettore torna a casa, con quella donna nei pensieri e una nuova copia del libro in mano. Sembra uno scherzo, eppure anche quello scritto ha qualcosa che non va: già dal primo capitolo il protagonista scopre che il libro non ha niente a che fare con quello del giorno prima.
La trama
Ed è così che Lettore e Lettrice arriveranno insieme a scoprire nuovi e diversi libri: in tutto s’imbattono in dieci incipit, dieci inizi immaginari, «tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro» ha affermato Italo Calvino durante una conferenza nel 1984.
Una storia quasi assurda, di un uomo che non riesce mai, per svariati motivi, a concludere un libro, ma che evidenza la volontà dell’autore di esplorare le infinite possibilità insite nel medesimo testo, oltre che l’incapacità per l’essere umano di giungere a una piena comprensione del reale.
La recensione del romanzo di Italo Calvino
Scopriamo che mettendo insieme i dieci incipit risulterà: «Se una notte d’inverno un viaggiatore, fuori dell’abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa, senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l’ombra s’addensa, in una rete di linee che s’allacciano, in una rete di linee che s’intersecano sul tappeto di foglie illuminato dalla luna, intorno a una fossa vuota – Quale storia laggiù attende la fine?», a cui aggiungiamo «chiede, ansioso d’ascoltare il racconto». E questo è l’inizio di un altro romanzo, dice qualcuno, anche se il Lettore cerca di mettere in guardia il suo interlocutore: c’è un equivoco, questo non è un nuovo incipit, sono solo dei titoli. Non è di questa storia che vuole conoscere la conclusione.
Ma le storie non necessariamente devono avere un inizio e una fine. Anticamente, i racconti terminavano sempre in due modi: o con il matrimonio dell’eroe e dell’eroina (dopo il superamento di svariate prove), o con la loro morte. Perché «il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l’inevitabilità della morte»: ed è a quel punto che il Lettore sceglie di chiedere a Ludmilla di sposarlo. Mentre tutti gli altri Lettori del mondo hanno avuto un’ulteriore prova dell’eccezionale virtuosismo stilistico e narrativo di Italo Calvino.
Italo Calvino
Casa editrice
Mondadori
Anno
2000
Genere
Narrativa
Formato
Tascabile
Pagine
304
ISBN
9788804482000