Erskine Caldwell – Fermento di luglio

No, non leggete Erskine Caldwell se avete voglia di rilassarvi o di non pensare. Pubblicato per la prima volta nel 1940, Fermento di luglio conclude il famoso “ciclo del Sud” dell’autore americano, di cui fanno parte anche Le vie del tabacco e Il piccolo campo. Tre libri che andrebbero letti uno dietro l’altro per scoprirne la forza narrativa e soprattutto la lucidità dell’analisi storica e delle ambientazioni. Nato e vissuto nel profondo Sud degli Stati Uniti, in Georgia, Caldwell ha vissuto in prima persona paura, segregazione e razzismo che attanagliavano i neri nel periodo che va dalla Grande Depressione alla Seconda Guerra Mondiale. Vivere queste esperienze non vuol dire però avere la bravura di raccontarle. Caldwell, invece, quella bravura ce l’aveva nel sangue, e in questi tre romanzi l’ha trasferita parlandoci di tabacco, cotone, oro e, appunto, razzismo.

Protagonista di Fermento di luglio è Sonny Clark, un negro accusato ingiustamente di stupro nella Georgia di fine ‘800. Così, tra i campi di cotone immersi nell’afa estiva, la polvere e i cani, inizia una caccia all’uomo che coinvolge l’intera comunità. Da una parte la preda, il nero braccato, e dall’altra la ferocia degli inseguitori, determinati ed accecati dall’odio. Sono le facce di una stessa monete quelle che descrive Caldwell, parti estreme ed opposte dello stesso mondo sinistro che si scontrano portando la vicenda all’unico finale possibile, che non lascia alcuno scampo né possibilità di salvezza o redenzione. Sembra quasi che il caldo opprimente tolga la ragione agli uomini, che carichi di forza negativa l’aria, e come un virus infetti la mente e il cuore. Il linciaggio pubblico di Sonny è un epilogo quasi scontato a cui veniamo condotti in un attraverso un vortice di confusione, rapido e convulso.

(Erskine Caldwell)

Avere la capacità di scrivere la realtà, come dicevo prima, non è da tutti. Ma Caldwell ci riesce rimanendo fermo, deciso, spietato nella narrazione. Decide cioè di essere franco e onesto, svuotando le parole di fronzoli, liberandole di accessori inutili per puntare dritto alla storia, su ciò che ci inchioda pagina dopo pagina e che incide sul nostro animo: la consapevolezza dell’innocenza del protagonista, puro e immacolato, che viene schiacciato da una forza più grande di lui. Con quella nitidezza di scrittura Caldwell riesce a descrivere l’ottusità umana e l’impossibilità di salvezza, la nullità della giustizia.

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Si, leggete Caldwell se avete voglia di porvi domande e sentirvi impotenti anche solo per un attimo. Leggetelo per capire quanto sia profondamente stupida ogni barriera, ogni porta chiusa e ogni confine. Per capire che l’ignoranza ha mille sfumature da cui può nascere pazzia, proprio come da ogni sfumatura dei colori della pelle può nascere bellezza.

ISBN
9788864112589
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Posted by Donato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.