Manca pochissimo all’inizio dei Mondiali di calcio in Brasile e La Bottega di Hamlin ha pensato a una serie di contenuti ad hoc per inaugurare la competizione sportiva (naturalmente parlando di musica, cinema e libri inerenti al calcio). Così, dopo la playlist “mondiale” a cura di Marco Loprete, vi presentiamo cinque pellicole che, più o meno direttamente, trattano di calcio: cinque film godibilissimi per gli appassionati di questo sport, ma anche per i non sportivi!
L’arbitro (Paolo Zucca, 2013)
Stefano Accorsi veste i panni dell’arbitro Cruciani, uno piuttosto in vista nel suo settore. La sua storia s’intreccia a quella di una sfortunata squadra sarda, puntualmente umiliata dagli avversari nel corso del campionato di Terza Categoria. Ma quando un giovane giocatore emigrato torna sull’isola, magicamente la squadra comincia a vincere: in particolare, c’è una società avversaria da battere, il tutto inserito in un microcosmo in cui la rivalità calcistica è fortissima. Nel frattempo, Cruciani viene coinvolto in una brutta faccenda di corruzione, che metterà un punto alla sua ascesa sportiva. Insieme ad Accorsi, nel cast sono presenti anche Geppi Cucciari, Alessio Di Clemente, Jacopo Cullin e Marco Messeri.
Febbre a 90° (David Evans, 1997)
Tratto da un libro di Nick Hornby, il film parte da Paul Ashworth (Colin Firth), figlio di genitori divorziati, le cui vicissitudini da adulto si alternano alla sua vita da adolescente per l’intero corso del film. Paul è un insegnante di lettere presso una scuola superiore, oltre che allenatore della squadra di calcio dell’istituto: l’uomo è simpatico e alla mano e, per questo, i suoi allievi lo adorano. Non sembra pensarla così una rigorosa insegnante di Storia, la quale, però, dovrà ricredersi sul conto di Paul, iniziando addirittura con lui una relazione. Quest’ultimo è un grande tifoso dell’Arsenal, squadra amatissima anche dal padre: la sua passione per il calcio, la speranza di vedere l’Arsenal vincere il campionato, spingono Paul a coinvolgere anche la compagna nel suo tifo sfrenato, che s’intreccia alla terribile strage di Hillsborough dell’89 e alla conseguente scelta di Paul di allontanarsi (momentaneamente) dal mondo del calcio.
Fuga per la vittoria (John Huston, 1981)
Classico sul calcio, Fuga per la vittoria è liberamente ispirato alla “partita della morte” disputata a Kiev il 9 agosto 1942 tra i calciatori della Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe. La particolarità di questa pellicola – ancor oggi di un certo successo – è legata alla presenza, accanto ad attori come Michael Caine e Sylvester Stallone, di calciatori molto noti, come Pelè, Bobby Moore, Paul Van Himst, Kazimierz Deyna, Osvaldo Ardiles. Sylvester Stallone si preparò ad interpretare il suo ruolo allenandosi con il portiere Gordon Banks. Durante le riprese, l”attore si ruppe un dito per parare un tiro di Pelé, scegliendo, inoltre, di girare le scene delle parate senza controfigura (risultato: si slogò una spalla).
Il mio amico Eric (Ken Loach, 2009)
L’Eric del titolo non è uno qualunque, bensì Eric Cantona, asso del Manchester United. Tuttavia, anche il protagonista di questo film si chiama Eric ed è un postino di mezz’età di Manchester, dalla vita privata un po’ complicata: trent’anni prima aveva abbandonato la moglie e la figlia neonata, mentre ora vive con i due figliastri, avuti in custodia dalla seconda ex moglie. I suoi problemi famigliari, il difficile rapporto con i figli, un riavvicinamento alla prima moglie tutt’altro che semplice, fanno sprofondare Eric in una sorta di sconforto, dal quale riuscirà a risollevarsi grazie all’aiuto del suo idolo, Cantona, che una sera gli si materializza davanti…
L’uomo in più (Paolo Sorrentino, 2001)
Concludiamo la nostra top5 con un film di Paolo Sorrentino, L’uomo in più, in cui uno dei protagonisti è Antonio Pisapia, un calciatore che negli anni Ottanta si trova all’apice della propria carriera. Antonio “Tony” Pisapia, invece, è un musicista. Quest’ultimo è estroverso, pure un po’ spavaldo ed arrogante; il calciatore, invece, è timido, chiuso, ingenuo. Per entrambi la sfortuna è dietro l’angolo: Tony non riempie più i teatri, Antonio perde l’uso del ginocchio e, in un solo momento, pure la carriera e l’amore di una donna. Protagonisti di questa storia, ispirata alle vite del cantautore Califano e del calciatore De Bartolomei, sono Toni Servillo ed Andrea Renzi.