"Le cose belle": cosa significa oggi vivere a Napoli?

Dov’è la bellezza nelle storie di quattro ragazzi, nati e cresciuti nel Meridione? Perché il nocciolo di Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno è proprio questo: il Sud è la terra dalle mille contraddizioni, meravigliosa e calda, ma pure troppo spesso dimenticata, soprattutto dalle istituzioni, in cui crescono i disagi, i divari, le lotte interne, dove essere giovani è alle volte faticoso. Insomma, il Sud che è «niente e niente succede», come affermato nella bella opera prima di Fabio Mollo, Il Sud è niente, appunto (eccovi la nostra recensione).

Le cose belle uscirà nelle sale il prossimo 26 giugno e racconterà la storia di quattro ragazzi meridionali. Si torna ai luoghi e ai protagonisti di Intervista a mia madre, girato da Ferrente e Piperno nel ’99, dove a quattro ragazzi era stato chiesto di immaginare il proprio futuro. Napoli è una città profondamente cambiata: nei primi anni del Duemila piena di speranza, culla di artisti che provenivano da ogni parte del mondo; poi, ritratta dal 2009 al 2013, metropoli sommersa dall’immondizia e paralizzata nelle sue mille problematiche, in una sorta un immobilismo che uccide i sogni. Perché i quattro personaggi di questo viaggio alle “cose belle” non credono più. Un film da vedere, quantomeno per riflettere un po’ su drammi che sono tali proprio perché vittime dell’indifferenza.


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