Nell’ex Unione Sovietica, tra le vittime della censura del regime comunista c’era anche la musica occidentale: il rock’n’roll, il jazz, il boogie, il pop, erano considerati come un prodotto della cultura capitalistica, e come tale messi al bando. Come facevano allora i giovani ad ascoltare le canzoni che provenivano dal “corrotto” Ovest? Semplice: stampando i dischi su uno dei pochi materiali adatti a disposizione, ovvero le lastre degli ospedali.
Il procedimento per ottenere degli album prevedeva l’uso di un torchio, che permetteva di incidere i solchi del vinile sui fogli delle radiografie. Le lastre venivano poi tagliate in forma circolare e, per essere collocate sul piatto del giradischi, gli veniva praticato un foro al centro, per esempio con una sigaretta accesa. Ovviamente la qualità audio non era eccelsa, ma almeno, data la natura flessibile del supporto, in questo modo era più facile contrabbandare i dischi.
Qui sotto, tramite il sito Distractify, vi facciamo vedere alcune foto di 45 giri incisi in questo modo. Si tratta di materiale davvero interessante e suggestivo:
Qui sotto, invece, un breve video che mostra come venivano contrabbandati questi dischi, ribattezzati “bone music”: