Approda in Europa la guerra tra le etichette indipendenti e YouTube, accusata di voler obbligato le label a sottoscrivere un accordo non negoziabile per i diritti del nuovo servizio in abbonamento (pena l’esclusione dei video dalla piattaforma). La Impala, associazione internazionale che rappresenta le case discografiche indie, ha segnalato alla Commissione Europea YouTube (e dunque Google, che ne è proprietaria) per violazione delle normative sull’antitrust.
La notizia dell’apertura di un’istruttoria è stata confermata anche da Helen Smith, presidente esecutivo di Impala, che ha auspicato misure urgenti e ha ricordato come più volte il Commissario per la concorrenza Almunia abbia sottolineato più volte «l’importanza del contributo recato dalle società musicali indipendenti». Qualora YouTube fosse giudicata colpevole di violazione delle regole sulla concorrenza, potrebbe essere costretta a versare una multa del 10% del suo fatturato, ovvero superiore ai 500 milioni di dollari.
Google, dal canto suo, ha fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni. Le accuse della Impala riguardano un nuovo servizio di streaming in abbonamento, che permetterà agli utenti di ascoltare musica anche offline e soprattutto senza interruzioni pubblicitarie, in cambio di un canone mensile. In pratica, YouTube, forte dell’accordo con tutte le major, avrebbe sottoposto alle etichette indie un contratto non negoziabile e iniquio, affermando che chi non avesse firmato avrebbe visto i propri video rimossi dalla piattaforma.
Al momento, la situazione è in stallo: non resta che aspettare un pronunciamento della Commissione Europea e sperare che, nel frattempo, Google non dia seguito alle minacce, ripetute nei giorni scorsi anche dal responsabile contenuti e business operations di YouTube, Robert Kyncl, secondo cui, in mancaza della firma del contratto, entro pochi giorni video di artisti come Radiohead, Jack White, Adele e tanti altri sarebbero stati rimossi.