I bombardamenti e gli scontri di questi giorni tra israeliani e palestinesi hanno indotto Neil Young ad annullare il concerto che si sarebbe dovuto tenere il 17 luglio prossimo a Tel Aviv, allo Hayarkon Park. Il songwriter canadese, che avrebbe dovuto suonare con i suoi Crazy Horse, è stato costretto a rinunciare alla data a causa dell’impossibilità, da parte delle forze dell’ordine, di assicurare «adeguate misure di sicurezza».
Young ha diramato un comunicato ufficiale in cui si dice molto triste della decisione, ma in cui auspica di poter tornare a suonare, un giorno, in Israele e Palestina in pace. Fino ad oggi, erano stati venduti 30mila biglietti: un’affluenza così ampia in un solo posto sarebbe stata un problema da gestire per la polizia, che ha preferito evitare di «radunare persone in un’area nel raggio di tiro dei missili di Gaza».
L’annuncio di Young e dei Crazy Horse di suonare in Israele era stato attaccato, lo scorso febbraio, da Roger Waters, da sempre su posizioni filopalestinesi, il quale aveva scritto una lettera al “collega” definendosi «confuso» per la decisione. Young, a seguito della cancellazione dello show (sarebbe stato il suo primo dagli anni ’90), ha fatto sapere che farà una donazione al Louse Tillie Alpert Youth Music Center e ad Hartbeat, due associazioni che si occupano di far dialogare i giovani israeliani e palestinesi insegnando loro la musica.