Strage di Srebrenica, l’Olanda condannata

Lo scorso febbraio, il nostro Donato Bevilacqua aveva scritto una splendida recensione di Come fossi solo, il libro di Marco Megini (edito da Giunti) dedicato al massacro di Srebrenica che, nel luglio 1995, durante la Guerra nella ex-Jugoslavia, costò la vita a oltre 8000 persone, di religione musulmana. 

 

Oggi ritorniamo sull’argomento perché il tribunale dell’Aja ha riconosciuto l’Olanda civilmente responsabile per la morte di 300 ragazzi musulmani, avvenuta il 13 luglio 1995 proprio a Srebrenica. Per i giudici, l’Olanda è responsabile in quanto i ragazzi si trovavano nel quartier generale del Dutchbat, il battaglione olandese dell’ONU: il Dutchbat «non avrebbe dovuto lasciar andare gli uomini che si trovavano presso i loro edifici», perché c’era l’elevata probabilità che «sarebbero stati vittime di un genocidio».

 

Lo stato olandese non è stato giudicato però responsabile della strage degli 8000 musulmani: i militari avrebbero dovuto infatti denunciare direttamente i crimini di guerra, ma tale iniziativa, secondo i giudici, non avrebbe comportato «un’intervento militare diretto dell’Onu» e non avrebbe perciò impedito il genocidio. Per l’Olanda non è la prima condanna di questo tipo: già qualche mese fa lo stato era stato chiamato a risarcire i familiari di tre musulmani uccisi dopo essere stati cacciati da una base militare dei caschi blu olandesi. Ad oggi, è il primo caso di paese sanzionato per il comportamento dei suoi militari in missione con l’ONU.

 

Se volete approfondire l’argomento, leggete l’intervista a Marco Magini.

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