Capita, di tanto in tanto, che i musicisti prendano le distanze dalle operazioni di ristampa dei loro album. Negli scorsi mesi, ad esempio, Liam Gallagher aveva caldamente consigliato ai fan di non comprare la nuova versione di Definitely maybe degli Oasis. Ma si sa, Liam è un tipo implusivo (eufemismo), e ci può stare. Tuttavia, anche Robert Plant, che – complice il passare degli anni – è un po’ meno testa calda dell’ex frontman degli Oasis, ha avuto da ridire sulle deluxe edition degli album dei Led Zeppelin, nei negozi in questi mesi.
In un’intervista a Billboard, Plant in particolare si è soffermato sugli inediti presenti nelle ristampe, spiegando che non aggiungono nulla alla storia della band. «C’è un sacco di roba “work in progress”, cose da completare», ma «nulla di rilevante, davvero. Non per me, almeno».
Il “per me” potrebbe essere un riferimento a Jimmy Page, che ha supervisionato la rimasterizzazione dei pezzi. L’intervista di Plant, comunque, è un altro segnale di quanto il vocalist sia poco interessato a riprendere il discorso Led Zeppelin (ipotesi che invece affascina molto l’ex compagno di band) e più concentrato sulla sua carriera solista: in questi giorni è arrivato infatti nei negozi il suo nuovo album, Lullaby… and the ceaseless roar, un bel mix di «trance e Led Zeppelin», stando al vocalist. Plant, inoltre, ha dichiarato che non disdegnerebbe una collaborazione con Jack White, tra i suoi musicisti preferiti.
Il 28 ottobre, comunque, saranno disponibili le ristampe di Led Zeppelin IV e Houses of the holy (i primi tre dischi sono stati riediti negli scorsi mesi), e tra le bonus track c’è anche una versione alternativa di Black dog. Che sarà pure irrilevante, ma è sempre un gran bel sentire: