L’ex giudice di Masterpiece, Andrea De Carlo (il quale ha pure firmato la postfazione del primo romanzo del vincitore del talent, Nikola P. Savic), torna in libreria con Cuore primitivo, pubblicato da Bompiani.
Protagonisti sono Mara, scultrice, e Craig, antropologo inglese, i quali vivono in un piccolo paesino ligure. Un giorno, il tetto della loro casa crolla e i due chiamano Ivo Zanovelli, un costruttore dall’aspetto misterioso e parecchi scheletri nell’armadio. L’incontro tra i tre mette in discussione i fragili equilibri di ciascuno, scoperchiando dubbi e desideri, rimasti sopiti fino a quel momento.
Il libro è già disponibile sugli scaffali dallo scorso 17 settembre. De Carlo è nato a Milano (città che odia e ama e, questa contraddizione, sarà sempre uno dei punti centrali della sua produzione), figlio dell’architetto Giancarlo De Carlo, amico del grande Elio Vittorini e di altri intellettuali milanesi. In seguito al diploma al liceo Giovanni Berchet e alla laurea in Storia contemporanea, si dedica alla fotografia (è stato addirittura assistente di Oliviero Toscani). Dopo aver vissuto negli Stati Uniti e in Australia, e aver compiuto numerosi viaggi, torna in Italia, vivendo a Milano e a Roma e, per un periodo, nelle campagne marchigiane. Nell’81 viene pubblicato da Einaudi Treno di panna (la quarta di copertina è curata da Italo Calvino), che diventerà poi un film, con protagonista Sergio Rubini. Il secondo romanzo è Uccelli da gabbia e da voliera, che riceve anche l’apprezzamento di Federico Fellini, il quale invita De Carlo a fargli da assistente per E la nave va (da quel sodalizio nacque poi Le facce di Fellini di De Carlo, docu-film incentrato sul rapporto tra il cineasta e i suoi attori). Segue una collaborazione con Michelangelo Antonioni nella stesura di un film, mai realizzato. Oltre che scrittore e fotografo, De Carlo è anche musicista e pittore.
Tornando un momento al suo impegno in Masterpiece, di recente De Carlo si è detto pentito della sua partecipazione al talent. Come riportato dal Messaggero del Veneto, De Carlo ha affermato, riferendosi a Masterpiece: «Non lo rifarei. Tra l’altro non ci sarà comunque un seguito. Ero curioso di osservare la vita dalla parte della televisione: Fatto. Basta. Eppoi. Imbarazzante per uno scrittore partecipare a un qualcosa di già confezionato, insaccato e ornato. Troppe luci, a mio avviso, si poteva semplificare. Il potenziale della tivú è all’apparenza fantastico, ma si scontra con la follia della macchina burocratica, ancora fissa sulle nomine politiche e sul nepotismo, pesantezze che la rendono ben poco agile e leggera».