Aphex Twin – Syro

Un disco di Aphex Twin lo riconosci subito. In primis dalla copertina: quella di Richard D. James è la faccia più esposta, manipolata, “tagliata e cucita” del mondo dell’elettronica. Poi i titoli delle canzoni: un’accozzaglia di parole, simboli grafici e matematici, annotazioni, che testimoniano il carattere spesso ostico, perturbante, della sua musica. Con Syro, Aphex Twin ha rotto un silenzio discografico lungo 13 anni, ma si può dire che la mano non l’abbia persa: l’artwork e la tracklist sono quelli dei giorni migliori, l’impressionante arsenale che ha usato per incidere l’album pure. E anche la musica, anche quella è speciale.

Syro è probabilmente il disco più accessibile di Aphex Twin. Il che non significa che James s’è messo a fare pop. Diciamo che un paragone interessante, ripreso da molti, è quello con Random access memories dei Daft Punk: anche Syro non inventa o reinventa nulla, non rompe le regole, ed è “solo” un superbo esercizio melodico ed armonico. La differenza rispetto al blockbuster dei Daft Punk è che l’album di Aphex Twin è anche molto meno ossessionato dal passato (sebbene i rimandi agli anni ’90 siano evidenti), il che lo colloca in un limbo sostanzialmente atemporale, in una dimensione tutta sua, in cui techno, dance, funk, jazz e drum’n’bass si fondono in forme dalle linee pulitissime ma sempre sottilmente inquietanti.

Le dinamiche sono discretamente spettacolari (ossimoro): brani come minipops67 [120.2] [source field mix] e XMAS_EVET10 [120][thanaton3 mix] evidenziano la capacità di Aphex Twin di cucire assieme una serie di eventi sonori (le percussioni, le voci robotiche e maniplate, i fasci di synth delicati e ambientali) nascondendo i punti di intersezione, dando così l’illusione di un meccanismo “naturale”, complesso, articolato e indissolubile.

I giri si alzano con CIRCLONT6A [syrobonkus mix], una sbrigliata fantasia di scoppiettanti pulsazioni digitali e acide sovrapposizioni di sintetizzatori, e CIRCLONT14 [152.97][shrymoming mix], più cupa e, grazie all’uso delle voci, più spettrale. syro u473t8+e [141.98][piezoluminescence mix] accentua la dimensione “space funk” di 4 bit 9d api+e+6 [126.26] e XMAS_EVET10 [120][thanaton3 mix], con risultati anche stavolta impeccabili, mentre PAPAT4 [155][pineal mix] rimanda piuttosto alla acid house e s950tx16wasr10 [earth portal mix] alla drum’n’bass. In questa selva di beat, quasi in chiusura, spicca aisatsana [102], un delicato tema ambientale per pianoforte che potrebbe magari aprire ad una metamorfosi di Aphex Twin.

In attesa che il genio multiforme di Richard D. James ci regali un nuovo album (sperando che non tocchi aspettare altri 13 anni), Syro sarà perfetto per ingannare il tempo: le sue tessiture ricercate, incredibilmente logiche ma non supponenti (e soprattutto non prive di humor), celano strati e strati di significati, sufficienti a tenerci impegnati per parecchio.

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