Anche se il titolo originale de L’amore bugiardo è Gone girl, la traduzione italiana non si discosta più di tanto dal contenuto effettivo del libro di Gillian Flynn. Certo, c’è una donna che scompare: Amy Elliott. E c’è un uomo che la cerca: il marito, Nick Dunne.
Un passo indietro: Nick e Amy sono una coppia di giovani innamorati. S’incontrano a New York, lui scrive di cultura pop per un magazine, lei scrive test psicologici per le riviste e proviene da una famiglia piuttosto benestante, che ha fatto fortuna grazie alla saga Mitica Amy, una serie di libri per l’infanzia ispirati proprio alla Amy in carne e ossa. Insomma, una coppia bella, giovane, felice e ricca, ma, un giorno, tutto finisce: entrambi perdono il lavoro e sono costretti ad abbandonare la Grande Mela per fare ritorno nel paese natale di Nick, un piccolo centro nel Missouri. Ed è lì che qualcosa accade: Amy scompare misteriosamente, lasciando dietro di sé una serie di elementi che accusano Nick di averla uccisa e di averne occultato il cadavere. Ma il corpo non si trova.
L’amore bugiardo è un libro sui rapporti di coppia e, nello specifico, sul matrimonio e il suo lato oscuro. Ci sono Nick e Amy che, alternandosi, raccontano la loro storia (le parti di Nick sono state tradotte in italiano da Francesco Graziosi, le parti di Amy da Isabella Zani): ad un certo punto è davvero impossibile determinare chi sta raccontando la verità e chi sta mentendo, chi sia la vittima e chi il carnefice. L’amore bugiardo riserva numerosi colpi di scena e situazioni che sembrano ormai tracciate, chiare e definitive e che, all’improvviso, cambiano drasticamente.
La Flynn non ci racconta, in realtà, niente di nuovo: il messaggio di base è che nei legami ragione e torto non stanno mai da una parte sola, che non è tutto oro quel che luccica e che l’essere umano è un profondo pozzo di segreti, di grandi o piccole bugie. Ma l’autrice americana non si è fermata qui, anzi, ha portato all’estremo questa gigantesca massa di emozioni e dinamiche, amplificando le menzogne, spingendo i suoi personaggi a gesti irreparabili, a scelte dolorose e obbligate, fino a chiamare in causa lo spettro della follia.
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