In un’intervista a Repubblica, Philip Selway, batterista dei Radiohead, ha parlato del suo nuovo album solista, Weatherhouse, in uscita il 7 ottobre per Bella Union, e fornito qualche ragguaglio sull’attività della band, in questi giorni impegnata con le registrazioni del seguito di King of limbs (2011).
«Il disco è stato come uno sfogo anche perché so che non avrebbe mai trovato interesse nella band. Intendiamoci, non è un fatto negativo: siamo cinque teste pensanti con ruoli ben definiti”, spiega il batterista. Le canzoni di Weatherhouse, seguito di Familial (2010), sono nate durante il tour dei Radiohead del 2012: «Mi portavo i demo per riflettere e sistemare la struttura delle canzoni. Gran parte di esse sono state ideate durante quel tour, in minima parte durante il tour di Familial. Ho lavorato insieme a Adem Ilhan, che ha prodotto e registrato il disco, e Quinta [la polistrumentista Katherine Mann], che lo ha suonato e arrangiato. Il disco lo abbiamo iniziato a registrare nello studio dei Radiohead a gennaio 2013 e terminato a gennaio di quest’anno. In quello studio ci sono un sacco di interessanti attrezzature per registrare un disco, mi creda».
E a proposito dei Radiohead, nell’intervista Selway racconta dell’evoluzione che, nella band, ha avuto il suo modo di approcciarsi al ritmo, e soprattutto conferma che stanno proseguendo le session di registrazione del nuovo album. «Stiamo registrando musica insieme. A parte l’entusiasmo di tornare a fare musica insieme, siamo ancora lontani da capire come e dove andremo con questo disco. Non so che forma avrà né ho qualche idea in proposito. Ci prenderemo un po’ di tempo per pensarlo e realizzarlo, anche otto mesi da ora».
Insomma, ci vorrà un po’ prima di ascoltare il seguito di King of limbs. Nella chiacchierata con Repubblica, Selway interviene anche sulla nuove modalità di distribuzione della musica, sviluppate in questo periodo proprio dal frontman dei Radiohead, Thom Yorke, che qualche giorno fa ha reso disponibile l’ultimo disco solista, Tomorrow’s modern boxes, su BitTorrent (a pagamento), e dagli U2, che al contrario hanno stretto un accordo con la Apple per la distribuzione (gratis) di Songs of innocence. «Sinceramente non me ne importa poi tanto – dice Selway -. Dal punto di vista dello sviluppo delle tecnologie e dei modi alternativi, attraverso cui si evolve anche la distribuzione della musica, bisogna chiedersi quanto siano adeguati questi sistemi al tipo di band o artista che li utilizza. In questo caso, questa strategia si adegua alla perfezione a quello che sono gli U2 oggi. Noi abbiamo fatto qualcosa di diverso nel passato. Per me è quanto basta».
Potete leggere l’intervista completa qui. Sotto, il video del nuovo singolo di Philip Selway, It will end in tears: