Sono passati trent’anni dal 21 ottobre 1984, giorno in cui morì il grande François Truffaut.
Per ricordarlo sono state organizzate numerose iniziative: in Francia una mostra alla Cinémathèque française, mentre nel nostro Paese, tra le tante (tra cui I quattrocento colpi riproposto nei cinema in versione restaurata), ricordiamo la ripubblicazione per Lindau di una biografia sul cineasta, scritta da Sergie Toubiana e Antoine de Baecque, due firme dei Cahiers du Cinéma (anche Truffaut fu uno dei collaboratori), e tradotta in italiano da Elga Mugellini con la collaborazione di Michela Greco.
Truffaut nasce nel ’32: grande lettore, appassionato di cinema, si indebita a sedici anni per fondare un cineclub. Segue la rottura coi genitori, il riformatorio e il carcere militare. Tuttavia, la vita riserva delle svolte inaspettate: il carisma del giovane Truffaut colpisce intellettuali come André Bazin, che lo fa scrivere sui Cahiers. Lentamente, lo sconosciuto e autodidatta François diventa uno dei critici più noti degli anni Cinquanta, mentre le ribellioni giovanili andranno a confluire nel capolavoro che è I quattrocento colpi.
Esponente di spicco della Nouvelle Vague, Truffaut fonda Les Films du Carrosse, la sua casa di produzione. Il suo vissuto è passato nei suoi 21 film, incarnandosi nei suoi personaggi, da Antoine Doinel, l’adolescente dei Quattrocento colpi, a Ferrand, il regista innamorato delle attrici di Effetto notte. La biografia nasce dalle testimonianze degli amici e dall’archivio personale di Truffaut.
Ricordiamo che dal 10 ottobre al 31 novembre presso i maggiori punti vendita La Feltrinelli, i capolavori di François Truffaut, pubblicati da BIM, saranno disponibili al prezzo speciale di € 6,90. Riguardiamoci insieme la scena finale di I quattrocento colpi: