Per Olov Enquist – Il libro delle parabole

Un’altra vita (2010) di Per Olov Enquist (1934), una delle“coscienze critiche” della società scandinava, costituisce assieme a Il libro della parabole un corpus compatto di memorie. Non è l’avvio di un ciclo di romanzi, quanto piuttosto una sorta di Alla ricerca del tempo perduto, dove però l’autore non utilizza se stesso come filtro per fornire un affresco di una classe sociale o di un secolo: l’orizzonte è molto più angusto; da un lato l’osservazione oggettiva del proprio io, dall’altro i riflessi che su di esso ha il microcosmo familiare.

La scomparsa prematura del padre, l’educazione religiosa, l’angoscia del peccato, l’alcolismo, i tentativi di suicidio e i rapporti amorosi fallimentari sono gli eventi drammatici che riducono a una « pila di libri» fine a se stessa l’esistenza di chi, vivendoli, ne ha fatto letteratura: per questo Enquist allo soglia degli ottant’anni, quando gli spettri degli amici morti lo avvertono che il tempo sta per scadere, sente l’urgenza di scavare nel proprio vissuto per trovarvi un senso. L’approdo di tale ricerca è Il libro della parabole, ove il narrare di sé in terza persona testimonia l’ansia d’imparzialità. La genesi del libro è il dissotterramento di ciò che giace nelle «crepe » della sua storia: quando era quindicenne, un‘estate del 1949, una donna di cinquantun anni, Ellen, lo aveva iniziato all’eros. «Il romanzo d’amore» fra loro non è stato altro che quel brevissimo contatto fisico. Eppure a quella figura di donna «dai modi pacati e tristi», quasi sconosciuta, vista in tutto due volte, egli deve il disvelamento di ciò che rende sacra un’esistenza: l’unione mistica fra i corpi, il dono reciproco di sé nell’istante magico in cui uno apre all’altro la sua «stanza più intima». Dio e l’amore «sono forse la stessa cosa», ne conclude: l’immagine di Maria che unge i piedi di profumo a Gesù non è un’allusione ai sensi come parte imprescindibile dell’esperienza religiosa?

Alla luce della rivelazione, per la morale convenzionale blasfema, Olov reinterpreta il suo vissuto: il dolore della bisnonna scritto con un chiodo sui muri, la dignità della zia malata che ripudia un Dio indifferente, la follia della cugina dovuta al fanatismo religioso, la scomparsa delle poesie d’amore nel manoscritto del padre dedicate alla madre soggetta al Dio intransigente del Vecchio Testamento. Ma l’epifania del divino ispira anche la lingua sublime della poesia biblica: lo scrittore si trasforma in profeta e parabole sono i capitoli del suo «romanzo d’amore».

ISBN
9788870915341
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