A testimoniare una nerissima pagina di Storia, quella relativa alle foibe, ci ha pensato Giuseppina Mellace con Una grande tragedia dimenticata. La vera storia delle foibe, saggio pubblicato da Newton Compton.
Utilizzando le testimonianze di intellettuali triestini come Giani Stuparich e Scipio Slataper, l’autrice ripercorre gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, soprattutto in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. I massacri erano volti a eliminare i fascisti e, in generale, i possibili oppositori politici al comunismo titino: infatti, l’eccidio è da inquadrare nella secolare disputa fra italiani e popoli slavi che vivevano in quell’area, oltre che nelle grandi ondate epurative jugoslave in seguito al crollo del Fascismo e all’imposizione di una dittatura di stampo filo-sovietico.
«Le foibe fornivano l’opportunità di uccidere in maniera celere senza grande dispendio di denaro per le munizioni» ha raccontato l’autrice all’ANSA. Grande spazio viene dedicato pure alle donne giuliane, alcune partigiane e altre vittime di episodi terribili, come Rosa Petrovic (morta con gli occhi strappati dalle orbite) e Norma Cossetto (gettata in una foiba con un pezzo di legno ficcato nei genitali, perché si era rifiutata di rinnegare la sua adesione al fascismo). Anche alla Risiera di San Sabba, lager di Trieste, viene data una certa rilevanza.
Di seguito la copertina del volume: