Ci sono almeno tre buoni motivi per leggere Vendetta al palazzo di giada di Dale Furutani. Il primo riguarda la storia in sé, ambientata nel magico Giappone del Seicento, così come tutta la trilogia dedicata all’affascinante ronin Matsuyama Kaze, iniziata con Agguato all’incrocio. Secondo, i testi di Furutani contengono interessanti riferimenti alla cinematografia di Akira Kurosawa, regista giapponese molto amato dall’autore. Infine, perché lo scrittore racconta di tempi difficili, dove tuttavia parole come “onore”, “dovere” e “lealtà” avevano un significato profondo e sincero: una lezione universale utile anche in altri tempi duri, i nostri.
In Vendetta al palazzo di giada il ronin è alla ricerca di una bambina, figlia dei suoi signori, rovinati e disonorati in seguito all’avvento di Ieyasu, il nuovo shogun (il comandante dell’esercito, una sorta di dittatore). La sua strada incrocia quella del mercante Hishigawa, vittima di un agguato: Kaze lo salva dai banditi e accetta di scortarlo fino alla sua dimora. Il protagonista percepisce fin da subito qualcosa di anomalo nel mercante e la diffidenza aumenta appena mettono piede nei possedimenti di Hishigawa. Quest’ultimo ha una moglie, Yuchan, che egli ama alla follia e che vive all’interno di un magnifico palazzo di giada. Eppure, là pare esservi reclusa. Cosa si nasconde dietro a Hishigawa? E, soprattutto, cosa nasconde la serva Ando?
Furutani intrattiene il lettore trasportandolo in un’epoca davvero suggestiva, popolata da figure mitiche di samurai e ninja, fondendo elementi culturali, sociali e storici dell’antico Giappone con un’avventura appassionante, che non mancherà di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. A ispirare questo secondo romanzo (parte della trilogia, ma che può essere tranquillamente letto come un libro a sé stante) fu una passeggiata compiuta dallo scrittore nella campagna giapponese, dove Furutani si è ritrovato a pensare alla vecchia Tokaido, una strada costiera che univa Edo (antico nome di Tokyo) con Kyoto e in cui erano disseminate 53 stazioni: nel Seicento il tragitto era ancora denso di ostacoli e pericoli e proprio ricordando quella specifica situazione Furutani ha immaginato l’incontro di Kaze con il mercante e gli episodi inseriti nella sua opera.
Una storia di segreti, memorie (della gioventù di Kaze, del suo matrimonio, della sua amatissima signora) e promesse: Vendetta al palazzo di giada è un percorso da compiere insieme al ronin, dove l’epilogo è solo l’inizio di un altro viaggio.
9788871686974