Addio al grande Francesco Rosi

Si è spento uno dei grandi maestri del cinema italiano: Francesco Rosi, autore di pellicole come Le mani sulla città, Cadaveri eccellenti e Lucky Luciano. Il regista è morto a Roma: aveva 92 anni.

Rosi era nato a Napoli, città alla quale era molto legato. La sua carriera nel cinema iniziò nel 1946, come assistente di Ettore Giannini per l’allestimento teatrale di ‘O voto di Salvatore Di Giacomo. Lavorò con Luchino Visconti ne La terra trema (1948) e Senso (1953). Firmò poi le sceneggiature di Bellissima (1951) e Processo alla città (1952): nello stesso anno girò alcune scene del film Camicie rosse di Goffredo Alessandrini.

Dopo la co-direzione, nel 1956, di Kean, con Vittorio Gassman, il debutto cinematografico con La sfida (1958). L’anno successivo Rosi firmò I magliari, con Alberto Sordi. Da qui si inaugurò quel filone di cinema d’inchiesta che lo rese celebre: arrivarono Salvatore Giuliano (1962) e Le mani sulla città (1963), una straordinaria denuncia delle collusioni tra Stato e criminalità organizzata. La pellicola vinse il Leone d’Oro al Festival di Venezia. Nel 2005, per il film, gli conferita la laurea ad honorem in Pianificazione territoriale urbanistica ed ambientale dall’università Mediterranea di Reggio Calabria.

Dopo la parentesi favolistica di C’era una volta… (1967), con Sophia Loren e Omar Sharif, negli anni Settanta Rosi tornò ai temi a lui cari. Memorabile il trittico Uomini contro (1970), Il caso Mattei e Lucky Luciano (1973), contraddistinti da grandi prove d’attore di Gian Maria Volontè. Grande successo, nel 1976, per Cadaveri eccellenti (tratto da Il contesto di Leonardo Sciascia) e, nel 1981, per Tre fratelli.

Tra le altre pellicole di Rosi vanno ricordate Cronaca di una morte annunciata (1987), dal romanzo di Gabriel García Márquez (con un supercast: Gian Maria Volontè, Ornella Muti, Rupert Everett, Anthony Delon e Lucia Bosè) e Dimenticare Palermo (1990), con James Belushi, Mimi Rogers, Vittorio Gassman, Philippe Noiret e Giancarlo Giannini (qui la nostra recensione).

Nel 2008 a Rosi fu assegnato l’Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino, nel 2009 la Legione d’Onore, nel 2010 l’Alabarda d’oro alla carriera e nel 2012 il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. Con lui, il cinema italiano perde uno dei suoi massimi maestri.

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