"Wayward Pines": debutta su Fox la serie con Matt Dillon

Ha debuttato ieri su Fox (canale 112 di Sky) Wayward Pines, la miniserie in 10 puntate tratta da I misteri di Wayward Pines di Blake Crouch (pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer). Protagonista è Matt Dillon e insieme a lui nel cast, tra gli altri, anche Melissa Leo, Terrence Howard, Carla Gugino, Juliette Lewis, Tim Griffin e Reed Diamond. Wayward Pines è stata lanciata in contemporanea negli Stati Uniti e in altre 125 nazioni, tra cui, appunto, l’Italia.

Qualcuno ha già parlato della “Twin peaks dell’Idaho”, in riferimento allo Stato degli USA in cui è ambientato il telefilm. Il produttore esecutivo ha, tuttavia, dichiarato che con la popolare serie di David Lynch c’è poco in comune, se non una cittadina che «assomiglia a un dipinto di Norman Rockwell» e la sensazione che sotto un’apparente tranquillità si nasconda una tragedia, destinata a venire alla luce.

Dillon veste i panni di un agente dei Servizi Segreti, spedito nell’Idaho alla ricerca di due colleghi scomparsi. Lungo la strada rimane vittima di un incidente e si risveglia nell’ospedale di Wayward Pines, affidato alle cure di una poco rassicurante infermiera. Anche la struttura sembra abbandonata e l’agente viene, in seguito, messo di fronte al fatto che può restare nella cittadina e vivere tranquillamente, a una condizione: non fare domande sul passato, rispondere sempre al telefono quando suona e non provare a fuggire. È chiaro che lui non accetterà passivamente la situazione.

A dirigere la prima puntata è stato il regista de Il sesto senso, M. Night Shyamalan, qui anche nelle vesti di co-produttore esecutivo. Pare che Shyamalan, dopo aver letto la sceneggiatura proposta da Chad Hodge, abbia accettato di collaborare alla serie affermando: «As long as everybody isn’t dead, I’m in», ossia «Finché non sono tutti morti, ci sto».

Riguardo alla sua partecipazione alla serie, Dillon aveva dichiarato in passato: «Wayward Pines è un luogo idilliaco in cui tutto sembra funzionare alla perfezione. Ma dopo un incidente automobilistico non ho più i miei documenti né la mia identità, nessuno mi riconosce e non riesco a comunicare con il resto del mondo. È avvincente, un dramma psicologico che sconfina nella fantascienza, un po’ stile Stephen King». Del progetto Dillon aveva avuto modo di parlare in occasione del Taormina Film Festival 2014: qui potete leggere qualche info in più a riguardo.


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