Leggendo Alan Bennet si scoprono vite mai banali, o meglio, vite troppo banali che di colpo cambiano direzione, sorprendendo prima di tutto i protagonisti stessi. Con Due storie sporche il meccanismo è questo, solo spinto un po’ più al limite. Perché ci sono parti di noi che non pensavamo neanche di avere, e invece stanno urlando per venir fuori.
Due racconti che cercano di spingere i personaggi ed il lettore sempre un po’ più in là; due storie, appunto, che possono sembrare cariche di sesso, di sessualità, ma che emanano in fin dei conti una grande leggerezza. Leggerezza, però, intesa non come la possibilità di vivere sereni e leggiadri sulle proprie esistenze, ma come la letterale mancanza di peso che ha la vita ad un certo punto preciso: e sto parlando della vita di ognuno, nessuno escluso. Le storie di Alan Bennet, in questi racconti, partono dal quotidiano per tuffarsi nell’esilarante, nel paradosso; si concentrano sugli aspetti relazionali ed interpersonali che da normali arrivano ad essere folli, e che, nonostante tutto, sono il marchio di fabbrica di uomini e donne di mezza età che si svegliano nel bel mezzo dei loro giorni scontati con la voglia di “cambiare”. Già, ma come si fa?
Alan Bennet, con Due storie sporche, gioca sui colpi di scena teatrali che caratterizzano i finali, gioca perfino sulla critica, nemmeno tanto velata, ad un certo tipo di società; sulla ribellione dei gesti e non delle parole. Le vite – e quindi le storie che caratterizzano il libro – sono “sporche” prima di tutto di vita, colme del peso del vuoto che si portano dietro. Può succedere, sapete, di dare una sterzata decisa alla propria vita: non è solo una questione di voglia, ma di necessità, di sopravvivenza. Alcuni sanno già come fare, altri hanno un piano preciso per “quando sarà”. Altri no, si spaventano e magari tornano indietro. Io ho sempre amato la via di mezzo: quella di chi non ha mai avuto programmi troppo precisi ma è pronto a “tenersi in allenamento”. Perché in fondo la vita è proprio questo, un allenamento continuo. E se cercherete una morale in queste storie, vi conviene fermarvi su letti di periferie dove belle signore rimpiangono la loro figura di donne esemplari, mentre danno e provano piacere; o su tenere casette piene di segreti, dove ci si strugge per tutto quello che è stato gettato al vento; o su chi dovrebbe osare di più, dire un segreto e ripensare a un matrimonio; o su chi vuole lasciar perdere scordandosi che tipo di persona è veramente.
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