Walter Mitty è stato definito dai giornalisti il nuovo Forrest Gump: ora l’accostamento risulterà a qualcuno più o meno azzardato, ma questa pellicola, diretta ed interpretata da Ben Stiller, è comunque una piccola sorpresa, che – a parte alcuni brevi passaggi – si discosta dall’abituale genere un po’ demenziale del Frat Pack di cui Stiller è parte.
Walter Mitty è un sognatore che ricrea nella sua mente situazioni diverse da quelle che si ritrova a vivere realmente. Lavora come editor fotografico presso una nota rivista, Life: il film ruota intorno alla ricerca, da parte di Walter, di una fotografia, LA fotografia, quella perfetta per chiudere in bellezza l’edizione cartacea del magazine, a favore di una nuova versione online.
Il mondo virtuale è concepito nel lungometraggio come qualcosa che, al pari dei sogni di Walter Mitty, allontana dalle cose tangibili, in un’epoca dove ci si dimentica di “osservare” e l’ansia da condivisione sui social è ormai patologica. È emblematico che il titolo originale dell’opera si riferisca alla secret life di Walter Mitty, il quale sospende la realtà non solo per inventare dei sogni ma dei veri e propri universi onirici e paralleli a quello concreto.
Questo accade perché i sogni aiutano a «correggere i dettagli che non tornano nella realtà», ma ciò non significa che essa sarà oggettivamente diversa. Proprio per questo, ad un certo punto, è necessario per Walter fermare l’immaginazione e trovare il coraggio di buttarsi nelle cose, in progetti importanti, in relazioni in cui crede: e poi sperimentare, viaggiare, conoscere posti e gente nuovi, allontanare chi lo rende misero e banale, dare importanza alla famiglia, agli amici veri e a quelle storie che trasformano in persone migliori.
«La vita è avere coraggio e affrontare l’ignoto»: una frase retorica e quasi scontata, ma che nasconde in sé una delle più grandi verità del mondo, perché spesso l’insoddisfazione nasce proprio dall’incapacità di mettere in discussione una vita che non ci piace, per inseguire prospettive forse maggiormente rischiose ma in cui ci si identifica di più. Capita di tenersi un lavoro anche se poco appagante, di proseguire rapporti ormai logori e perpetrare abitudini che ci annoiano ma che, contemporaneamente, danno alla nostra vita una parvenza di ordine ed equilibrio: Walter Mitty ci insegna che esiste anche il momento della svolta e che gli equilibri, alle volte, vanno spezzati.
Se c’è un tempo per vivere, quel tempo è oggi e adesso. Ecco che, allora, I sogni segreti di Walter Mitty (remake di Sogni proibiti di Norman Z. McLeod) diventa uno stimolo perfetto per guardare con fiducia al futuro e alle sue mille possibilità.