È morto Umberto Eco

È morto ieri sera, all’età di 84 anni, lo studioso e scrittore Umberto Eco.

Nato ad Alessandria nel ’32, Eco studiò al liceo classico e poi si laureò in filosofia, con una tesi sull’estetica di San Tommaso d’Aquino, all’Università di Torino. Nel ’56 pubblicò il suo primo libro, Il problema estetico in San Tommaso. Sempre negli anni Cinquanta, Eco partecipò e vinse un concorso in RAI: lì conobbe e strinse amicizie con alcuni futuri esponenti del Gruppo 63 e, dalla sua esperienza nell’azienda, Eco prese spunto per numerose sue opere, tra cui un celebre articolo del ’61, Fenomenologia di Mike Bongiorno.

Dal ’59 al ’75 Eco fu condirettore editoriale della casa editrice Bompiani. Nel ’62 pubblicò il saggio Opera aperta, che ebbe una certa fortuna anche all’estero e che, di fatto, costituì le basi teoriche del Gruppo 63. Accanto all’attività editoriale, Eco affiancò anche quella universitaria, iniziata negli anni Sessanta: in qualità di professore incaricato, tenne numerosi corsi in vari atenei italiani, fino ad arrivare a Bologna, dove divenne professore ordinario e nel ’75 ottenne la cattedra di semiotica. Si è ritirato dall’insegnamento nel 2007.

Attento studioso dell’influenza dei mass media sulla cultura di massa, Eco pubblicò numerosi articoli sull’argomento, confluiti in Diario minimo (1963) e Apocalittici e integrati (1964). Nel ’68, invece, pubblicò il suo primo libro di teoria semiotica, La struttura assente, cui seguirono Trattato di semiotica generale (1975) e gli articoli per l’Enciclopedia Einaudi, poi riuniti in Semiotica e filosofia del linguaggio (1984). Nel 1971 fondò Versus – Quaderni di studi semiotici, una delle maggiori riviste internazionali di semiotica.

L’esordio in letteratura avvenne nell’80, quando uscì Il nome della rosa, poi trasposto al cinema. Nell’88 pubblicò il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault.  I romanzi successivi furono L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero Zero (2015), tutti pubblicati da Bompiani. Nel 2012 è stata pubblicata una versione “riveduta e corretta” de Il nome della rosa, con una nota finale dello stesso Eco.

Umberto Eco era anche un grande appassionato del fumetto Dylan Dog: per questo, all’intellettuale è stato reso un tributo nel numero 136, Lassù qualcuno ci chiama, tramite il personaggio di Humbert Coe. Inoltre, Eco fu molto amico di Andrea Pazienza, (che fu un suo allievo al DAMS di Bologna) e ha scritto la prefazione ad alcuni libri di Hugo Pratt, Charles Monroe Schulz, Jules Feiffer e Raymond Peynet.

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