Festa della donna: dieci grandi eroine della letteratura

Testarde, brillanti, forti, coraggiose, fragili, sensibili. Sono le donne dei romanzi, quelle che hanno fatto sognare generazioni di lettori e che hanno ispirato i grandi registi: Elizabeth Bennet, le sorelle Dashwood, Emma; ma anche le donne vittime di sé stesse o degli uomini, come Madame BovaryChristiane Felscherinow. Celebriamo la Festa della donna proponendovi, di seguito, dieci indimenticabili eroine della letteratura.

JANE  AUSTEN, ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

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Il libro è incentrato sul complesso rapporto tra Elizabeth Bennet e il signor Darcy. Elizabeth appartiene a una famiglia numerosa, con la madre che spinge affinché almeno una delle sue figlie faccia un matrimonio di interesse. Cerca così di combinare l’unione con un certo signor Bingley, di cui Mr. Darcy è intimo amico. Da parte sua, Mr. Bingley dimostra un certo interesse per un’altra delle sorelle Bennet, ossia Jane. E mentre Bingley si rivela fin da subito un giovanotto allegro e socievole, lo stesso non si può dire per il signor Darcy, che suscita immediatamente le antipatie di Elizabeth. Numerosi gli adattamenti per il grande schermo del romanzo: in particolare, ricordiamo la pellicola del 2005 di Joe Wright, con Keira Knightley e Matthew Macfadyen.

JANE AUSTEN, RAGIONE E SENTIMENTO

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Elinor e Marianne Dashwood sono due sorelle, dal carattere opposto: tanto Elinor è pacata e razionale (ragione), tanto Marianne è impulsiva e passionale (sentimento). Oppresse dai debiti in seguito alla morte del padre, si innamorano di due uomini a loro volta molto diversi tra loro, Edward, dolce e mite, e Willoughby, che nel corso del romanzo si rivelerà essere un uomo privo di scrupoli ed egoista. Splendido il film di Ang Lee del ’95 tratto dal libro, con protagoniste Emma Thompson (Elinor) e Kate Winslet (Marianne).

JANE AUSTEN, EMMA

Emma è una donna bella, intelligente e ricca, insomma la perfezione. Se non fosse per il suo vizietto di combinare matrimoni (tutti tranne il suo, ovviamente). Perfetta la scelta di farla impersonare sullo schermo dall’algida Gwyneth Paltrow, protagonista della pellicola del ’96 di Douglas McGrath (accanto a lei anche Jeremy Northam, nel ruolo del Signor Knightley).

CHARLOTTE BRONTË, JANE EYRE

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Eroina femminile per eccellenza, Jane Eyre rappresenta il trionfo del buon senso e dell’intelligenza femminili, da preferire al lato estetico. Orfana, educata in un istituto, trova lavoro a Thornfield Hall, dimora del conte di Rochester, di cui s’innamora, ricambiata. Diversi gli adattamenti cinematografici, tra cui ricordiamo quello di Franco Zeffirelli nel ’96, con protagonisti Charlotte Gainsbourg e William Hunt, e quello del 2011 di Cary Fukunaga con Mia Wasikowska e Michael Fassbender.

HELEN FIELDING, IL DIARIO DI BRIDGET JONES 

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L’imbranata Bridget Jones combatte contro un sacco di vizi, dal fumo ai problemi di sovrappeso: è circondata da un gruppetto di amici che le vogliono bene, tormentata dalla madre, oppressa dalla sua condizione di zitella. Famosissimi i film ispirati al suo personaggio, portato al cinema da Renée Zellweger.

GUSTAVE FLAUBERT, MADAME BOVARY

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Simbolo dell’ideale romantico spinto sino alle estreme conseguenze, Emma Bovary è la moglie di un anonimo medico di campagna, persa in sogni di ricchezza e fantasticherie romantiche mutuate dai romanzi. La donna intraprende delle relazioni extraconiugali con due uomini, Léon e Rodolphe. L’epilogo della sua storia è tragico. La prima versione cinematografica dell’opera è stata quella del ’33 di Jean Renoir, a cui è seguita quella del ’49 targata MGM di Vincente Minnelli.

NATHANIEL HAWTHORNE, LA LETTERA SCARLATTA 

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La trama del libro è incentrata su Hester, condannata a esibire la lettera A di adultera sul petto. Infatti, sebbene la donna sia ufficialmente sposata con un uomo, da anni assente dal paese, è comunque rimasta incinta, partorendo una bambina. Hester non vuole rivelare a nessuno l’identità del padre della piccola e lo fa per amore, perché l’amant è un reverendo, il quale, consumato dalla sua vigliaccheria, è incapace di prendersi le sue responsabilità nei confronti di Hester e della figlia. Dal libro è stato tratto nel ’95 un film, con protagonisti Demi Moore e Gary Oldman.

LOUISA MAY ALCOTT, PICCOLE DONNE

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Le piccole donne sono le quattro sorelle March, Meg, Jo, Beth e Amy, quattro ragazze molto diverse fra loro: Meg è matura e assennata, Jo sogna di diventare una scrittrice, Beth è dolce e caritatevole, infine Amy, è la più giovane e viziata. Il libro racconta le loro storie quotidiane, le amicizie, gli amori, le incomprensioni. Il romanzo ha anche un seguito, Piccole donne crescono. Dal libro sono stati tratti numerosi film, ma noi vogliamo ricordare soprattutto quello del ’49 con Liz Taylor (Amy) e Janet Leigh (Meg).

CHRISTIANE F., NOI, I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO

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La storia della tossicodipendente più famosa del mondo: cresciuta nel quartiere di Gropiusstadt, Christiane inizia a drogarsi e a prostituirsi giovanissima, per poi finire implicata in un processo verso la fine degli anni Settanta per detenzione di sostanze stupefacenti. Dopo la pubblicazione del romanzo-verità e l’uscita di un adattamento cinematografico nell’81, Christiane vive un momento di forte notorietà a livello mondiale, a cui seguono l’oblio, la ricaduta nel tunnel della droga (dal quale, in realtà, non è mai uscita), fino al nuovo libro, La mia seconda vita (in Italia edito da Rizzoli).

JANETH FITCH, WHITE OLEANDER

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Forse più del libro da cui è tratto (che, tuttavia, è stato un piccolo caso editoriale negli Stati Uniti, grazie alla massiccia promozione fatta da Ophra Winfrey), famoso è soprattutto il film di Peter Kosminsky, con protagoniste Michelle Pfeiffer, Robin Wright (allora ancora Penn), Renée Zellweger e Alison Lohman. Ingrid è condannata a trentacinque anni di prigione per avere ucciso il suo amante. La figlia, Astrid, viene spedita a vivere con un’ex spogliarellista, per poi passare in un istituto. Accolta da una nuova famiglia, la ragazza lega con Claire, una donna gentile ma anche molto fragile. Tuttavia, la vita della giovane subisce un’altra battuta d’arresto, perché è impossibile recidere definitivamente il rapporto con una figura materna forte ed energica come quella di Ingrid.

 

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