Austerlitz di Sergei Loznitsa (presentato fuori concorso a Venezia 73) è un documentario che racconta i campi di sterminio da una nuova prospettiva, non per questo meno terribile e crudele.
È il racconto del “turismo” nei campi, spesso compiuto senza consapevolezza e con scarsa sensibilità per il tragico destino di cui sono state vittime migliaia di persone nel corso della guerra. Leggiamo sull’ANSA: «Turisti spesso in T-shirt, berretto e calzoncini, che mangiano panini passando, pigramente, da una baracca all’altra. Picnic improvvisati nei prati delle adunate e delle esecuzioni, selfie davanti ai forni crematori, fingendosi legati al palo delle impiccagioni o insieme a mamma e papà, sorridenti, sotto la scritta posta sugli ingressi di questi luoghi di morte: Arbeit macht Frei».
E ancora: «Un racconto in bianco e nero, senza commento […], una surreale e a tratti raggelante immersione, accompagnata solo dalle voci dei turisti e delle guide, in ciò che succede durante le visite a campi di concentramento e memoriali tedeschi».
Venezia 73: "Austerlitz" e il turismo nei campi di sterminio
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