In vista dell’uscita della sua autobiografia, Born to run, nelle librerie dal 27 settembre e in Italia edita da Mondadori, in un’intervista su «Vanity Fair» Bruce Springsteen ha raccontato della sua battaglia contro la depressione.
Dai 60 ai 64 anni, infatti, il Boss ha dovuto affrontare un periodo buio: «Uno dei punti su cui mi concentro nel libro riguarda il fatto che la malattia non ti lascia mai. Mi sono sempre immaginato la depressione come un’automobile in cui i passeggeri sono tutti i lati della tua personalità: puoi anche far salire sull’auto un nuovo te, ma il tuo passato non potrà mai uscirne. La cosa importante è: quale dei tuoi lati tiene le mani sul volante in quel momento?» ha confessato Springsteen. Nel libro trova spazio anche il difficile rapporto col padre, Doug Springsteen, a sua volta soggetto a depressione clinica: “un personaggio alla Bukowski” – secondo la testimonianza del figlio -, alcolizzato, violento e incapace di tenersi un lavoro.
Springsteen ha parlato anche di un intervento alla gola subito qualche tempo fa, a causa di una vertebra del collo danneggiata: tuttavia, il Boss ha anche affermato di non aver mai pensato di mollare, soprattutto per quanto riguarda i suoi concerti, anche se ha ammesso di non poter comunque continuare all’infinito a suonare dal vivo.
Per quanto riguarda i progetti futuri, il Boss riprenderà con il The River Tour e pensa a un nuovo disco per il 2017. Ricordiamo che, oltre all’autobiografia, è in arrivo, per il 23 settembre (il giorno del compleanno di Springsteen), anche l’album Chapter and Verse.
Bruce Springsteen racconta della sua lotta contro la depressione
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