Il nuovo romanzo di Giuse Alemanno, Come belve feroci (Las Vegas Edizioni), è la conferma di una serie di cose che riguardano sia l’autore e sia, più in generale, l’intero panorama letterario del nostro Paese.
Sembrano piacere infatti le cosiddette “storie forti”, quelle che ti arrivano come un pugno allo stomaco o, in questo caso, come una fucilata in viso. Come belve feroci è una di queste storie e, già dal titolo, ci proietta in un territorio (anche letterario) senza regole precise. Giuse Alemanno ambienta il suo racconto in Puglia, a Oppido Messapico, dove la famiglia Sarmenta viene massacrata da Costantino Ròchira per questioni economiche.
Si salvano però il figlio Massimo (il Mattanza), i suoi zii e suo cugino. Insieme scappano in Val Camonica, dove con l’aiuto di Giovanni Argento progettano la vendetta. Come belve feroci parla di n’drangheta, di zone al confine, di ciò che oltrepassa la legalità. E poi parla di vendetta, quella più spietata, quella che Alemanno descrive con tanta precisione per poterla stigmatizzare.
Ancora una volta l’autore parla di storie che, anche se non ne abbiamo la certezza, sono vere, nascono dal reale. E ancora una volta Alemanno trova il linguaggio giusto per raccontare la sua storia: un senso di hard-core che non risparmia niente e nessuno. Come belve feroci è la dimostrazione che alcune barriere sono state rotte, che certe scene vanno narrate, che la provincia può mostrare il suo vero volto, anche quando è brutto e cattivo.
Giuse Alemanno
Casa editrice
Las Vegas edizioni
Anno
2018
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
350
ISBN
9788895744476