Venti di protesta, il nuovo libro di Noam Chomsky uscito per Ponte alle Grazie sul finire del 2018, si inserisce in una situazione globale quanto mai complessa, ed a tratti sembra davvero che possa essere un’opera utile per tracciare un orientamento in tutta questa confusione. Un’opera che riporta alla ribalta il ruolo, forse un po’ perso, dell’intellettuale, dello studioso.
Come da tradizione, Noam Chomsky fa sentire la sua voce in maniera pacata, lucida, professionale e mai banale. Oltre a questo, ci sono due cose fondamentali in Venti di protesta: la capacità di essere estremamente razionale in un contesto così difficile, e la volontà di lanciare messaggi precisi e non discutibili ai nazionalismi e al sovranismo dirompente. Il sottotitolo, in questo senso, è uno slogan quanto mai necessario, Resistere ai nemici della democrazia.
Venti di protesta è una raccolta di dodici interviste che Noam Chomsky ha raccolto in questi anni (le interviste sono di David Barsamian) e attraverso le quali il famoso linguista ci accompagna nell’analisi del presente toccando i temi più attuali e delicati: l’ascesa del populismo, il terrorismo, il Medio Oriente, i profughi e l’immigrazione in Europa. Il tono non è quello del maestro o del profeta, ma di un grande intellettuale che ci invita ad usare l’intelligenza non solo per capire il mondo, ma per decidere cosa vogliamo farne.
Un libro insomma che vale la pena di leggere per ascoltare la voce di un grande del nostro tempo, per capire e per segnare il nostro percorso verso il futuro.
Noam Chomsky
Casa editrice
Ponte alle Grazie
Anno
2018
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
256
Traduzione
Valentina Nicolì
ISBN
9788833310619