Yorgos Lanthimos ritorna sul grande schermo con La Favorita intrecciando intrighi di corte e di potere tutto al femminile. Non ci sono né santi né eroi al maschile, ma un alternarsi di alleanze e tradimenti fra eccentricità e provocazioni.
The Favourite è il sesto lavoro cinematografico del regista greco che ha conquistato nel 2018, alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, sia il Leone d’argento che il Gran premio della giuria. Dopo l’umanità “catastrofica” descritta nel lungometraggio Il sacrificio del cervo sacro (The Killing of a Sacred Deer, 2017) in collaborazione con Efthymis Filippou, e successivamente all’enigmatico e trasformativo The Lobster, Yorgos Lanthimos torna a lavorare con La Favorita sui traumi e le perdite consegnando allo spettatore una “drammaturgia perturbante”. Per quanto complesso e “strano” possa sembrare questo nuovo lungometraggio, la sceneggiatura è ripresa da un testo di Deborah Davis e riscritta con Tony McNamara dove le donne sono le uniche protagoniste del potere.
Con La Favorita ci troviamo all’inizio del Settecento nella corte della monarchia inglese, sullo sfondo la Guerra di Successione Spagnola. Il regista greco mette in scena la forte rivalità tra Lady Sarah Churchill, interpretata da Rachel Weisz, – nonché attrice feticcio del regista – e la cugina Abigail Masham “abitata” da Emma Stone, che veste il carattere di una nobildonna caduta in disgrazia, ma determinata a conquistare “il potere sovrano”. Quest’ultima viene accolta a corte come sguattera per intercessione della cugina, ma subito conquista la passione della regina Anna Stuart nei panni di Olivia Colman che conquista la Coppa Volpi (2018) per la migliore interpretazione femminile. Lady Abigail e Lady Rachel sono legate profondamente da una reciproca inclinazione “passionale” nei confronti di Anna Stuart, la prima sovrana del Regno di Gran Bretagna, in carica dal 1702 fino alla morte (1714) e la conseguente estinzione della discendenza al trono per mancanza di eredi. La regina ha vissuto una lunga e sofferta “maternità perduta” (furono diciassette i bambini, nati morti o non sopravvissuti a lungo).
La scenografia di Fiona Crobie ci porta direttamente dentro le stanze degli arazzi del palazzo reale, dove da un lato si consuma un conflitto continuo tra servo-padrone, dall’altro Lanthimos porta alla luce un triangolo sofferto, potente, passionale, accecato tra desiderio di vendetta e pulsione desiderante di conquista del potere. Questo rapporto acerbo viene trasformato dal regista greco in un gioco spietato, senza regole. Lady Abigail, venduta dal padre ad un tedesco per una partita a carte, cerca di riportare il suo status originario signorile, inserendosi fin dentro la camera da letto, sotto le coperte della regina, per poi raggiungere il trono della “Favorita”.
Il mondo matriarcale de La Favorita è una lotta corpo a corpo (femminile) senza esclusione di colpi per la conquista del potere e persino la seduzione, il sesso diventano strumenti impeccabili per il raggiungimento finale del potere. Il femminile eccede, si “sgrazia” della sua femminilità, persino irrita per una relazione di dominio attraversata da un inteso desiderio di ambiguità in cui il corpo stesso della regina Anna diviene teatro pulsionale di conquista. La morbosa relazione simbiotica di Abigail con la regina Anna, esclude da un lato Sarah, ma allo stesso tempo riconquista con tutta la fragilità il suo posto “sovrano”, per quanto sofferente, vulnerabile e fragile. Lanthimos conduce così lo spettatore in un incontro “materno” tra perdita e conquista, lutto e trionfo, dolore e dominio, in una infinita ambiguità tra potere e desiderio, favorite e sfavorite.
Yorgos Lanthimos
Genere
Biografico
Anno
2018
Attori
Olivia Colman - Emma Stone - Rachel Weisz -
Durata
120 minuti
Paese
Grecia