Sono passati settant’anni dalla prima edizione americana di Diario Russo, e lo splendido reportage culturale di John Steinbeck impreziosito dalle fotografie di Robert Capa non solo non passa mai di moda, ma nella nuova veste portata in libreria da Bompiani a fine 2018 acquista quella ricchezza in più, che solo il valore del tempo può dare.
Sì perché Diario russo non è un reportage qualsiasi, ma va contestualizzato nel momento storico in cui fu ideato e realizzato. Siamo tra il 1946 ed il 1948, in Europa è calata la “cortina di ferro” e sta per iniziare la Guerra Fredda che sarebbe poi durata per oltre quarant’anni. John Steinbeck (che già era uno scrittore affermato) contatta l’amico fotografo Robert Capa e gli propone un viaggio alla scoperta della nazione e del popolo russo, nemico di sempre ma amico nella Seconda Guerra Mondiale.
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Il libro
Leggiamo quindi di un’Unione Sovietica in pieno stile Steinbeck: parole oneste, stile lineare e scorrevole, la capacità di rimanere distaccato di fronte a scene struggenti. Ecco a noi la vita quotidiana di un popolo lontano raccontata senza ideologia, senza contaminazioni culturali, ma con la ricerca della raffinatezza linguistica propria solo dei grandi giornalisti.
Diario russo non è un libro politico, non è un volume di sociologia e non è forse un diario di viaggio. È un reportage bellissimo e riuscitissimo, proprio perché contiene un po’ di tutto e perché riesce a trasmetterlo al lettore con semplicità ed immediatezza. Parole ed immagini della vita di Mosca, Kiev, Stalingrado, della Georgia: un libro che diventa strumento di conoscenza, di contatto; un documento storico che narra un’epoca difficile e delicata.
Diario russo – La recensione
John Steinbeck sa bene che forse le sue parole non potranno bastare per raccontare le emozioni, gli ambienti, le persone e la vita di un Paese così lontano (geograficamente e culturalmente) dagli Stati Uniti, e così si fa aiutare da Robert Capa e dalle sue fotografie, che sono la sintesi perfetta delle parole.
Questo, d’altronde, è il lavoro del reporter. Raccontare ciò che sembra irraggiungibile e lontano, narrare la vita di tutti i giorni, creare un capolavoro fatto da gente comune. Diario russo coglie il bersaglio in pieno perché apre gli occhi su quello che era uno dei Paesi meno esplorati, perché sazia la curiosità dei lettori dell’epoca, perché “dà un volto al nemico”, troppo spesso disumanizzato nella retorica politica.
Leggete Diario russo. Leggete i reportage. Leggete quelle opere al confine tra giornalismo e letteratura, che sono lezioni di umanità e di empatia, di stile e professionalità. Quelle opere che ci ricordano che conoscere luoghi e persone è il solo modo per sconfiggere pregiudizi e ignoranza, e per parlare davvero di società civile.
John Steinbeck
Casa editrice
Bompiani
Anno
2018
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
292
Traduzione
Giorgio Monicelli
ISBN
9788845299131