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Vice – L’uomo nell’ombra. Le sorti del mondo governate da un uomo solo

Chi è davvero Dick Cheney? Il regista americano Adam McKay con Vice – L’uomo nell’ombra, ci consegna una pellicola che è capace di racchiudere più di cinquanta anni di guerre, di autoritarismi, governati dalla prepotenza americana. C’è un un unico uomo a tramare e tracciare le linee rosse in direzione di una deriva “apocalittica” nella Storia degli Stati Uniti d’America, protagonista del destino del mondo.

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Il corpo di Christian Bale ancora una volta, dopo American Psycho, American Hustle e la trilogia de Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan acquisisce la prepotenza e la corporeità importante di Dick Cheney, una trasformazione camaleontica. Adam McKay costruisce un biopic sul personaggio più importante dell’America, colui che ha fatto il buono e il cattivo tempo, che si siede alla destra e alla sinistra del Presidente degli Stati Uniti e decide le sorti “progressive” e poco magnifiche del mondo. Richard Bruce Cheney, detto Dick è il politico statunitense sempre in ascesa. Il suo successo suo inizia da lontano, prima come tirocinante del Congresso, diventando Capo dello Staff della Casa Bianca sotto Gerald Ford e, dopo cinque mandati nel Congresso diventa Segretario alla Difesa per George H. W. Bush (interpretato da Sam Rockwell).

Dick era il classico ragazzo del Wyoming, disinteressato tra alcol e risse. Nonostante il suo carattere ribelle e deviato, la sua adorabile compagna, e poi futura moglie Cheney, Amy Adams (Lynne Cheney) lo attende con grandi speranze. Nel 1975 Dick Cheney, “quasi redento” diviene il più giovane Capo di Gabinetto alla Casa Bianca, attraversando con scrupolosità e fame di potere i governi di Richard Nixon, Henry Ford, Ronald Regan e Bush Senior, mezzo secolo di Storia porta il suo nome. Da operaio elettrico senza futuro nella rurale campagna del Wyoming Cheney arriva ad essere l’astuto burattinaio nella stanza dei bottoni degli USA.

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Adam McKay è capace attraverso la magia del cinema di mescolare i confini e i generi. Il lungometraggio del regista americano si presenta come un irregolare moto di inizio, fine e di nuovo inizio, cortocircuitando il sistema della narrazione sequenziale costringendo lo spettatore a partecipare alle vite molteplici di Dick Cheney. Adam McKay ci spiazza, ci perturba mettendo a nudo la figura di Dick che riesce a oltrepassare persino i limiti della costituzione riscrivendo le regole del Terrore (dopo l’11 Settembre), le guerre (Iraq, Afganistan) creando nemici “falsi” e le conseguenti abominevoli torture di Guantanamo, perseguendo così, fino alla fine il potere assoluto e rimanendo sempre ai lati e nell’ombra, la stessa ombra in cui rimane la moglie, motore nevralgico dell’ascesa totale di Cheney. Adam McKay riesce a gestire un uomo che senza arte né parte riesce a cavalcare la Storia per poi cambiarne persino le sorti. La pellicola cinematografica del regista americano è arguta, geniale, sommessamente reale, troppo reale, raccogliendo un lungo viaggio, complesso, amaro e inquietante sull’uso e soprattutto l’abuso del potere.

Vice è Dick Cheney vice-presidente di Bush junior dal 2001 al 2009 che ha governato e tessuto le fila della nazione più potente del mondo, oltre a creare le premesse per l’elezione di Trump. Spesso la Storia viene fatta proprio dagli uomini-ombra, da coloro che possono gestire qualsiasi partita senza mai esporsi alla luce del popolo. McKay gioca e saltella con e nel tempo, disorientandoci, mentre Dick Cheney conquista il mondo e Christian Bale nei suoi panni, attraverso una trasformazione funambolesca conquista il Golden Globe 2019 per il miglior attore in un film commedia, anche se nera. Vice rimane una pellicola sul mondo contemporaneo e su un uomo (come tanti altri) che ancora oggi, purtroppo, decide le sorti del pianeta intero, forse è quello che ci meritiamo!

copertina
Regia
Adam McKay
Genere
Biografico
Anno
2018
Attori
Christian Bale - Amy Adams -
Durata
132 minuti
Paese
USA
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diGiorgio Cipolletta

Artista e perfomer italiano, studioso di estetica dei nuovi media. Dopo una laurea in Editoria e comunicazione multimediale, nel 2012 ho conseguito un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione. Attualmente sono professore a contratto per corso di Fotografia e nuove tecnologie visuali presso Unimc. La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie “L’ombra che resta dietro di noi”, per la quale ho ricevuto diversi riconoscimenti in Italia. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo saggio Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata. Attualmente sono vicepresidente di CrASh e collaboro con diverse testate editoriali italiane e straniere. Amo leggere, cucinare e viaggiare in modo “indisiciplinato” e sempre alla ricerca del dono dell'ubiquità.