Pubblicato in Italia da Ponte alle Grazie, è finalmente tra noi dal 10 settembre I Testamenti, il nuovo romanzo di Margaret Atwood, la scrittrice canadese autrice de Il racconto dell’ancella. Da questo libro è tratta la fortunata serie tv The Handmaid’s Tale.
Il racconto dell’ancella e I Testamenti, in totale 900 pagine, hanno in comune alcuni personaggi (tutte donne) e lo stile di racconto/diario. Nel primo libro, si ha un’unica narratrice con un suo punto di vista; nel secondo, le voci femminili sono tre. In entrambi i casi, sta al lettore ricostruire le fila del discorso, poiché frequenti sono i flashback e le interruzioni.
Il racconto dell’ancella, romanzo distopico del 1985, è la trascrizione di una sorta di diario orale lasciato dalla protagonista Difred (Offred in lingua originale). Difred è una giovane donna di trentaquattro anni che vive in quella parte di mondo denominata Repubblica di Gilead, teocrazia oligarchica instaurata in una parte degli USA.
Le ancelle sono le uniche donne di Gilead in grado di procreare e quindi vengono utilizzate solo a questo scopo: non hanno più la loro identità, prendono anzi il nome del Comandante che le deve fecondare (in questo caso l’ancella è Difred cioè “di proprietà di Fred”) e che crescerà il bambino insieme alla propria Moglie.
In questo romanzo di Margaret Atwood si parla di uomini e donne, di massa e mass media, di guerre, di cambiamenti climatici e crescita zero della popolazione – temi che risultano più attuali oggi che nel 1985. Ci sono gerarchie di vario tipo ma tutti i personaggi si muovono in un mondo grigio e triste, privo di ogni umanità e pieno invece di indottrinamenti, obblighi, violenze e soprusi.
Elemento centrale è la descrizione della nascita e del consolidamento della dittatura, la stessa che ritroviamo ne I Testamenti. Come spesso accade nei romanzi di questo tipo, il lettore passa dall’essere incredulo al ritrovare elementi di storia più che realistica tra le pagine: dunque la riflessione di Margaret Atwood non riguarda solo la totale perdita di libertà delle donne (esplicito è il riferimento alla terrificante, antica fiaba popolare Barbablu) ma, più in generale, dell’essere umano che, ostinatamente, si ritrova a ripetere gesti che la storia ha già bollato come folli drammi. Immancabili i libri proibiti e le biblioteche, luoghi inaccessibili ai più, poiché nei regimi dittatoriali la conoscenza è potere. Le dittature hanno anche una fine e magari un giorno qualcuno si ritroverà a studiarle, maneggiando trascrizioni di audiocassette o documenti olografi…
«Regno del terrore, si diceva un tempo, però il terrore non regna. Paralizza, piuttosto. Di qui la quiete innaturale».
Margaret Atwood
Casa editrice
Ponte alle Grazie
Anno
2019
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
502
Traduzione
Guido Calza
ISBN
9788833312415