Selena Pastorino è nata a Genova nel 1986. È Dottore di ricerca in Filosofia e docente liceale di Filosofia e Storia. Evidentemente è anche ballerina classica, come si può facilmente evincere dalla foto scattata da Lisa Olivares, che la ritrae sulla copertina del saggio Filosofia della danza.
Il libro è di piccolo formato e fa parte della collana Nugae della casa editrice genovese Il Melangolo, la quale si occupa da tempo dei risvolti anche più quotidiani della filosofia (Bikesofia, Runningsofia, Filosofia del vino per citare solo alcuni esempi).
Il libro si apre con una citazione di Martha Graham (danzatrice e coreografa statunitense) e prosegue con il Corpo a corpo dell’introduzione che ci spiega il significato del titolo Filosofia della danza: una riflessione filosofica sulla danza ma anche su ciò che compie questa danza ovvero il corpo.
Selena Pastorino riesce infatti nel difficilissimo intento di provare a descrivere a parole ciò che tutti noi, danzatori o no, possiamo sentire ed esperire direttamente, in quanto possessori di un corpo.
La recensione di Filosofia della danza di Selena Pastorino
Mentre la psicologia ha saputo integrare il sapere della disciplina con esperienze del corpo quali ad esempio la mindfulness o la meditazione, «sembra ancora mancare ai filosofi la capacità di fare i conti con il proprio corpo, di recuperare in esso l’origine del pensiero, per ritrovare in quell’esperienza concreta un esperire comune» proprio per «riscoprire il proprio corpo e la realtà tutta».
Nel capitolo Seduzione (da se-durre, portar via) si parte dal disagio che il corpo prova a partire dall’ingresso nella sala in cui si terrà la primissima lezione di danza. Disagio simile alla «perplessità di un lattante che intuisce di essere il motore delle proprie mani ma non è assolutamente in grado di controllarle».
Nel capitolo Gioco Selena Pastorino ci racconta un po’ delle regole necessarie ad ogni gioco/disciplina e anche dell’improvvisazione, dell’importanza del respiro o della postura e sopratutto di un maestro. Tutte situazioni che possono facilmente essere ricondotte a qualsiasi campo della vita umana, come avviene anche nel terzo capitolo, Riflessioni. Lo specchio presente in sala (di solito ne ricopre almeno un quarto) è un «elemento noto in un contesto del tutto nuovo, capace di rinviarci un’immagine familiare, la nostra, pur intenta a sperimentare qualcosa di stra-ordinario, la danza»: sta al corpo del maestro, come nella maieutica socratica, aiutare il discente a divenire un corpo che danza.
Chiude il libro il capitolo Pulizia in cui Selena Pastorino ci svela che ogni gesto danzato è pulito in quanto preciso, onesto, credibile, non meccanico: la danzatrice in questo modo diventa fedele a se stessa e può finalmente dirsi «ci sono tutta».
Filosofia della danza è un libro per chi ama il gesto danzato ma utilissimo anche a chi si occupa di altre discipline artistiche. È un chiaro invito alla filosofia a fare quel passo che forse ancora manca per considerare il corpo come pensante – questo avviene in particolar modo con le filosofie definite metafisiche, che ricercano una realtà oltre il mondo fisico.
È infine – aggiungo io – anche un libro per chi voglia approfondire l’importanza del sentire del corpo, in una società iperefficiente che del corpo restituisce solo un’immagine sterile e vuota, spesso a fini commerciali, sicuramente distaccata dalla realtà umana più profonda.
«Questa fedeltà a se stessi, questo nucleo di consapevolezza e di contatto con ciò che si è di terreno, di corporeo, di reale e diveniente, è ciò che tutti possono imparare dalla danza pur senza aver mai imparato a muovere un passo».
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Selena Pastorino
Casa editrice
Il Melangolo
Anno
2020
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
204
ISBN
9788869832314