Il 25 aprile del 1911 era un martedì e Emilio Salgari uscì di casa con in tasca un rasoio. Salì sul tram e si avviò verso la collina che sovrasta Torino.
Metteva così fine ad una vita triste ed amara fatta di delusioni, di umiliazioni, di dolore e sofferenza. Malpagato e ridotto in povertà da contratti capestro che lo obbligavano a scrivere tre libri l’anno.
Ignorato dalla letteratura degli anni, considerato uno scribacchino di libri di avventure, passò inosservata anche la sua morte, offuscata dall’anniversario dell’Unità d’Italia e dall’Expo Universale.
Triste vita e triste fine quella di Emilio Salgari, che tuttavia ha saputo regalare avventure entusiasmanti da far battere il cuore e brillare gli occhi a milioni di ragazzi.
Sandokan, Yanez, il Corsaro Nero, il Corsaro Rosso sono i protagonisti di avventure indimenticabili ambientate in posti esotici che Salgari aveva solo potuto immagine e ricostruire attraverso minuziose ricerche.
Oggi sarebbe molto più facile con Google Maps, non solo immaginare ma vedere direttamente i luoghi e, con un po’ di fantasia, essere anche credibili.
Allora gli occorsero mappe, resoconti di viaggi, saggi di fonti storiche e geografiche lette e approfondite per ore e ore nelle biblioteche, che gli permisero di scrivere oltre ottanta romanzi e una miriade di racconti.
Solitamente la produzione salgariana viene suddivisa in quattro cicli principali, a seconda dell’ambientazione dalla Malesia alle Antille, dalle Bermuda al Far West.
Il ciclo malese di Emilio Salgari
Al ciclo Indo malese, che va dalla fine ‘800 a poco dopo il 1910, appartengono le avventure di personaggi quali Sandokan e Yanez De Gomera
Tra gli altri, fanno parte di questo periodo Le tigri di Mopracem, I pirati della Malesia, Sandokan alla riscossa, Le due tigri, La rivincita di Yanez.
Chi non è immedesimato nel grande eroe malese, sciabola ben stretta e sguardo penetrante, in guerra con l’oppressore britannico.
Chi non ha sentito il peso del caldo soffocante e denso di umidità della giungla malese.
Il ciclo dei corsari
Dello stesso periodo sono anche le opere del ciclo dei Corsari delle Antille. Il Corsaro Nero, Jolanda la figlia del Corsaro Nero, il figlio del Corsaro Rosso sono romanzi che echeggiano di spade che si incrociano, arrembaggi e polvere da sparo, ma anche di brezza dei Caraibi e odore di salsedine.
Tra il 1908 e il 1910 si inseriscono gli altri due cicli, identificati come quello dei Corsari delle Bermude e quello del Far West, che risentono un pò della stanchezza fisica e mentale di Salgari, pur senza perdere la forza narrativa e la capacità di disegnare luoghi e situazioni rendendoli realistici.
Il ciclo dei Corsari delle Bermude è ambientato nel periodo della Guerra di Indipendenza americana, circa cento anni dopo le avventure del Corsaro Nero.
Ne fanno parte tre romanzi I Corsari delle Bermude, la crociera della Tuonante, Straordinarie avventure di Testa di Pietra.
Vengono invece ambientate nel Far West le avventure del ciclo omonimo. Il fascino delle nuove terre non poteva certo mancare di attrarre la fervida fantasia del nostro scrittore.
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Il Far West
Sulle frontiere del Far-West, La scotennatrice, Le selve ardenti costituiscono il trittico ambientato dalle grandi pianure alle Montagne Rocciose alle nevi del Nebraska.
Insieme attraversano storie dell’epopea dei Sioux con una forte caratterizzazione da romanzo epico. Pellerossa e visi pallidi, frecce contro fucili, bene e male.
India, Russia, Africa, Oceania, Americhe, Persia, Oriente, dagli oceani sconfinati ai ghiacciai.
Ogni luogo ha stimolato la capacità narrativa di Emilio Salgari, quell’omino con la bombetta e i baffetti all’insù, che non si mosse dalla sua seggiola, ma con la sua penna ha fatto e ancora fa viaggiare la nostra fantasia.