Ci sono tre interessanti novità in ebook che la casa editrice Adelphi ha proposto a marzo, e che ora sono disponibili. Ecco un’anticipazione.
Riproposizione in ebook di grandi classici e di volumi che sono diventati famosissimi in questo periodo a causa dell’emergenza Coronavirus.
Spillover – David Quammen in ebook
Ogni lettore reagirà in modo diverso alle scene che David Quammen racconta seguendo da vicino i cacciatori di virus cui questo libro è dedicato, quindi entrerà con uno spirito diverso nelle grotte della Malesia sulle cui pareti vivono migliaia di pipistrelli, o nel folto della foresta pluviale del Congo, alla ricerca di rarissimi, e apparentemente inoffensivi, gorilla. Ma quando scoprirà che ciascuno di quegli animali, come i maiali, le zanzare o gli scimpanzé che si incontrano in altre pagine, può essere il vettore della prossima pandemia – di Nipah, Ebola, SARS, o di virus dormienti e ancora solo in parte conosciuti, che un piccolo spillover può trasmettere all’uomo –, ogni lettore risponderà allo stesso modo: non riuscirà più a dormire, o almeno non prima di avere letto il racconto di Quammen fino all’ultima riga. E a quel punto, forse, deciderà di ricominciarlo daccapo, sperando di capire se a provocare il prossimo Big One – la prossima grande epidemia – sarà davvero Ebola, o un’altra entità ancora innominata.
Azar Nafisi – Leggere Lolita a Teheran
Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un’impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell’Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d’amore per la letteratura mai professati – e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.
Azar Nafisi – Le cose che non ho detto
«Figlia di un raffinato intellettuale, sindaco di Teheran ai tempi dello scià, poi caduto in disgrazia e imprigionato per quattro anni senza processo, e di una bellissima donna dal difficile carattere che fu parlamentare per qualche tempo, la scrittrice ripercorre quarant’anni di storia privata e pubblica, sempre strettamente connesse, al punto che l’inasprirsi del dissidio familiare sembra quasi avanzare di pari passo con l’incrudelirsi del regime islamico iraniano … Come per tutti gli esuli, anche volontari, incancellabili sono per lei gli anni di Teheran, gli anni buoni prima dell’arresto del padre e del precipitare degli avvenimenti … È la vivace città dei bazar che la scrittrice rimpiange, la città dei negozi e dei negozietti, dei bar e delle pasticcerie, dei sarti e delle gelaterie, dei giardini e delle strade piene di gente senza paura, senza velo e senza guardiani della rivoluzione, delle feste nelle case degli amici, delle quotidiane riunioni per il caffè nel salotto dei genitori, delle conversazioni, delle discussioni, della libertà o dell’illusione di libertà che si respirava un tempo, per troppo breve tempo».