Remo Rapino, poeta e insegnante nei licei, con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, riesce a creare un personaggio credibile e intenso, archetipico (e per questo a rischio di suonare «già sentito»), semplice, ma spiazzante.
Di questa semplicità rivelativa, come sembrano a volte le intuizioni infantili, gode tutto il romanzo di Remo Rapino (minimum fax), attualmente in dozzina al premio Strega e presente nella cinquina finalista del Premio Campiello 2020.
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La trama
I compaesani chiamano Liborio Bonfiglio cocciamatte, pazzo del paese. E invece Liborio non è pazzo, ha solo avuto un’esistenza difficile. Nato senza padre, povero; un amore non ricambiato; tanti anni passati nelle fabbriche, e poi il manicomio.
Dal 1929 al 2010, lo sguardo di Liborio trafigge gioie ed esperienze negative con lo spirito di un bambino entusiasta e riflessivo, trascinando il lettore in un monologo sulla propria vita.
La recensione del romanzo di Remo Rapino
Liborio Bonfiglio è un ingenuo. Dal punto di vista etimologico l’ingenuo è l’indigeno, il nativo, colui che è nato libero: la parola viene dal latino ingenuus e ha in sé il verbo gignĕre, generare. L’ingenuo è il puro, colui che meglio di altri custodisce il candore dei nativi. Eppure si usa pensarlo come uno sciocco, un poveruomo che sarà pure onesto, ma è talmente semplice, anzi sempliciotto, da non riuscire a stare al mondo.
Con il suo romanzo, Remo Rapino racconta la storia dell’ingenuo Liborio, restituendo un volto e un carattere alla purezza etimologica della parola che lo descrive. Lo fa mettendogli in bocca una parlata strana, una complessa mescolanza di dialetti, una lingua che necessita di un glossario alla fine del libro, piena di infantilismi, assurdità, espressioni che paiono dimenticate e che l’autore domina senza cedimenti; Liborio e il suo linguaggio sono fatti della stessa sostanza, tanto che il romanzo sembra pulsare della vita che racconta.
Immergersi nel flusso all’inizio è difficile; la compattezza della prosa è quasi materiale: le righe di parole ininterrotte – senza dialoghi, senza paragrafi, senza punteggiatura – fanno di ogni pagina un mattoncino scuro. Ma basta insistere un po’, lasciarsi trasportare, e il linguaggio di Liborio diventa accogliente, al servizio di un’umanità modesta, eppure lucida, capace di inquadrare alcune grandi verità sull’essere umano. Una delle verità è il personaggio stesso: in un mondo di scaltri, gli ingenui posso solo passare per matti.
Remo Rapino
Casa editrice
Minimum Fax
Anno
2019
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
265
ISBN
9788833890876