Poche settimane fa Sky ha lanciato Diavoli, la nuova serie tv tratta dal romanzo best seller I diavoli, di Guido Maria Brera (Rizzoli).
Un prodotto televisivo di grande livello prodotto da Sky e Lux Vide (con distribuzione internazionale di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios), impreziosito da un cast d’eccezione, tra cui Alessandro Borghi, Patrick Dempsey e Kasia Smutniak.
Diavoli è un bellissimo viaggio nell’universo dell’alta finanza e dei rapporti di potere, sempre e comunque in mano, appunto, ai Diavoli.
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La trama
Un profondo legame, sincero, ambiguo e controverso al tempo stesso, lega i due protagonisti della vicenda. Massimo Ruggero (Alessandro Borghi) è il self-made che ha fatto carriera nel mondo della finanza partendo dal nulla. Ora è Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento, la New York – London Investment Bank (NYL).
Dominic Morgan (Patrick Dempsey) è invece uno degli uomini più potenti del mondo finanziario, CEO della banca e vero mentore di Massimo. Questo rapporto che appare solidissimo è però intriso di omertà e mistero, soprattutto da parte di Morgan.
Il rapporto esplode quando Massimo si troverà coinvolto in una vera e propria guerra finanziaria mondiale, in cui a far rumore non sono le armi ma il silenzio assordante che ruota attorno al denaro e al potere, e che colpisce anche la vita privata dei protagonisti. Massimo Ruggero si troverà di fronte ad un bivio: fidarsi del sistema o provare a disinnescarlo.
Diavoli. La recensione
Diavoli è l’ennesima dimostrazione di come Sky, a differenza di Netflix, sia in grado di produrre storie di grande spessore narrativo e tecnico, quasi senza battute d’arresto.
Questa storia riesce benissimo nell’intento di seguire il filone di partenza, quello del romanzo su cui è basata, narrando il crollo finanziario del 2008 e poi quello del 2011, con la successiva crisi economica e politica che si sono verificate in Europa.
Il meccanismo riesce benissimo, intanto grazie ad un cast di altissimo livello, e poi perché realtà e finzione sono mescolate sapientemente, sia nella sceneggiatura sia nelle immagini, con le scene della serie che si alternano a spezzoni di filmati di repertorio.
La caratterizzazione dei personaggi è l’altro elemento vincente: tutti complessi, composti da mille sfumature spesso in contrasto tra loro, veri e spietati Diavoli della nostra era. Non era facile parlare di finanza in soli dieci episodi; qui però non solo si tocca il tema, ma lo si approfondisce, lo si sviscera nella stessa maniera in cui si scava nell’animo dei personaggi, fino a metterli a nudo e scoprire la loro vera natura.
Nicola Maccanico, vice presidente esecutivo della programmazione di Sky Italia, in un’intervista ha dichiarato: “Diavoli è il primo thriller finanziario nato in Italia e la sua storia, con uno scarto narrativo decisamente inedito, guardi allo scacchiere del potere finanziario mondiale per la prima volta dalla prospettiva europea invece che da quella americana”.
Una serie dalle prospettive internazionali insomma, che dal 2008 ai giorni nostri unisce la finanza, la politica, la società civile e la vita privata di tutti noi. Ma soprattutto una serie tv che indaga la vera natura di noi stessi, che a volte è troppo forte nonostante si cerchi di scappare o di ribellarsi.
Non siamo mossi da fili invisibili o da mani terze che non riusciamo a vedere. I Diavoli ci corrompono, ci tentano, ma siamo noi che decidiamo da che parte stare; siamo noi a scegliere.
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