Remo Rapino

Remo Rapino vince il Premio Campiello 2020

Remo Rapino vince il Premio Campiello 2020 con il suo romanzo Vita morte e miracoli di Bonfiglio Librorio, edito da minimum fax.

Con 92 voti dunque, Remo Rapino ha trionfato alla 58ma edizione del premio precedendo Sandro Frizziero con Sommersione (Fazi).

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La cerimonia

Condotta da Cristina Parodi e dedicata alla memoria di Philippe Daverio, la cerimonia di premiazione si è tenuta in Piazza San Marco, davanti a 1400 invitati. Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello ha dichiarato: “Essere qui non era scontato. Siamo forse nella più bella piazza del mondo, stasera anche simbolo di valori importanti come coesione, scambio, socialità, appartenenza”

Remo Rapino, abruzzese e docente di filosofia, con il suo romanzo attraversa la storia italiana con la biografia di un uomo considerato matto dall’intero Paese, ma che ha alle spalle una vita in fabbrica, la guerra ed il manicomio. LEGGI QUI LA RECENSIONE

Remo Rapino e le votazioni

I letterati presenti in giuria, presieduta da Paolo Mieli, hanno selezionato nei mesi scorsi i 5 finalisti, votati poi da 300 lettori. I rumors della vigilia davano favorito Francesco Guccini (Tralummescuro, Giunti), arrivato invece quarto e Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi (Einaudi, quinta).

Il risultato ha invece ribaltato i pronostici. Guccini ha dichiarato: “Ho sempre scritto. Non avrei mai pensato di arrivare in cinquina. Ma questo dimostra che qualcosa ho fatto. Ho desiderato fin da bambino di fare lo scrittore e poi la vita mi ha portato davvero a farlo, scrivendo canzoni che non erano semplici canzoni, ma racconti”. E ancora: “Per me è più difficile scrivere una canzone perché deve essere sintetica e concentrare è difficile, mentre con la prosa vado come un treno”.

Al secondo posto Sommersione di Sandro Frizziero, mentre al terzo posto Ade zeno con L’incanto del pesce luna (Bollati Boringhieri). Il premio alla carriera è stato assegnato ad Alessandro Baricco, che ha commentato: “”Per immaginare il futuro serve un’intelligenza diversa da quella novecentesca, come quella che sta nascendo tra i nostri figli. Ci può aiutare a superare gli errori del passato. Ma bisogna avere più coraggio”.

Il premio Campiello giovani è andato invece a Michela Panichi con il racconto Meduse, mentre Veronica Galletta è stata premiata nella categoria opera prima con Le isole di Norman (Italo Svevo).

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