La casa editrice SUR ha portato in libreria in questi mesi Soldi bruciati, romanzo di Ricardo Piglia. Libro che in molti hanno definito come “l’equivalente latinoamericano di A sangue freddo di Truman Capote”.
Come lo stesso autore afferma nell’epilogo alla prima edizione (1997), Soldi bruciati è «la versione argentina di una tragedia greca», in cui il giornalismo investigativo cede il passo a un’avvincente storia fatta di violenza e d’amore, di tradimenti e di resistenza, nella quale il confine tra bene e male si fa più labile a ogni pagina.
Soldi bruciati – Ricardo Piglia
Soldi bruciati racconta la vera storia di una rapina avvenuta a Buenos Aires nel 1965: in combutta con alcuni politici e poliziotti, una banda di malviventi assalta un furgone portavalori. Qualcosa va storto e il piano finisce in un bagno di sangue. A quel punto i ladri fuggono in Uruguay con l’intero bottino, scatenando una caccia all’uomo che si concluderà con un vero e proprio assedio in un appartamento di Montevideo.
A oltre trent’anni di distanza, Ricardo Piglia ricostruisce l’accaduto nei minimi dettagli – grazie a interviste, testimonianze, documenti giudiziari, registrazioni segrete –, con la maestria di chi da sempre gioca con ogni materiale a disposizione per trasformarlo in letteratura. Così, i protagonisti di un evento di cronaca si fanno personaggi letterari, ognuno a suo modo indelebile. Conosciamo quindi Malito e il Cuervo Mereles, il terribile commissario Silva e i due «gemelli» che sono l’anima della banda e del romanzo: il Gaucho Dorda e il Nene Brignone – amici, fratelli, amanti.
L’autore
Ricardo Piglia (1940) narratore e critico letterario argentino, è autore, tra gli altri, dei romanzi Soldi bruciati (1997) e Bersaglio notturno (2010), e della raccolta di saggi L’ultimo lettore